“Da nulla sarà più come prima a peggio di prima” è lo slogan della manifestazione a difesa della sanità pubblica che si terrà domani venerdì 31 marzo a Bari e che vedrà scendere in piazza il Sindacato dei pensionati e la Cgil. L’appuntamento è alle 9.30 in piazza Prefettura dove convergeranno iscritti e attivisti del sindacato dei pensionati e della confederazione per condividere le preoccupazioni sul rischio che salti il diritto costituzionale alla cura.
Per lo Spi Cgil della Puglia sarà anche l’occasione per ricordare le nove mila vittime del Covid, nella giornata che nel 2020 fu di lutto nazionale.
«Quale modo migliore per commemorare queste migliaia di uomini e donne se non stare in campo e rivendicare investimenti sulla sanità pubblica, che rimane l’unica forma di tutela della salute delle persone più fragili. Penso a quel 60 per cento di anziani con assegni pensionistici sotto i mille euro: per loro non c’è altro accesso alle cure se non il sistema pubblico distanza di tre anni le regioni lamentano un disavanzo nel bilancio della sanità di cinque miliardi, che aggrava una situazione regionale caratterizzata da liste d’attesa insostenibili per esami e visite specialistiche. – commenta il segretario generale dello Spi pugliese, Giovanni Forte – I pronto soccorso sono messi sotto pressione, la sanità territoriale e l’assistenza domiciliare sono carenti. Servirebbe una maggiore integrazione del sistema salute con i medici di medicina generale. A pagare i costi di tutto questo sono i cittadini, soprattutto quelli anziani».
«Ai problemi della sanità pugliese – sottolinea in una nota alla stampa Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia – con le Asl costrette a fermare i piani di assunzione di personale, c’è ormai una preoccupazione diffusa su un disegno di questo Governo di vero e proprio smantellamento del sistema sanitario nazionale. Non si implementa il fondo per le regioni anzi si taglia rispetto al Pil, si prosegue su questo scellerato progetto di autonomia differenziata che divide l’Italia sul piano dei diritti e rischia di cristallizzare, nella definizione dei Lep, una situazione che vede da sempre penalizzati i territori del Mezzogiorno».
In Puglia per l’Istat circa il 10% dei cittadini che hanno bisogno di visite o esami rinuncia per i tempi di attesa, e la Puglia sostiene un costo di 124 milioni per mobilità passivi di chi sceglie di curarsi in altre regioni.
Tutti questi temi saranno affrontati domani durante l’iniziativa dei sindacati alla quale parteciperanno anche Enza Abbinante, dirigente medico della Asl di Bar, Valerio Zanolla, segretario generale dello Spi Cgil Lombardia, Rosa Russo, pensionata e Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil nazionale.
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