Viterbo. Perinelli (Spi Cgil): “No al recapito a giorni alterni deciso da Poste italiane. Intervengano le istituzioni”.

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“Se si procederà con la consegna della posta a giorni alterni si creeranno disservizi intollerabili soprattutto ai danni dei più anziani e di chi vive nei centri minori della provincia”. Già a luglio lo Spi- Cgil aveva lanciato l’allarme sul taglio dei servizi sul territorio da parte di Poste Italiane. Allora si parlava del rischio chiusura per i piccoli uffici postali (non escluso che sia l’obiettivo finale), ora invece è il recapito a giorni alterni a finire nel mirino del sindacato. Miranda Perinelli, segretaria dello Spi-Cgil,  si rivolge ai sindaci e istituzioni locali: “Mobilitiamoci per evitare l’ennesimo attacco ai cittadini e al territorio”, dichiara.

“L’attuale politica governativa – spiega Perinelli – ha portato il servizio postale fuori dal controllo pubblico, non garantendo più neanche il capillare servizio universale sinora svolto in tutti i comuni. Un gruppo come Poste Italiane S.p.A. , in utile di bilancio da molti anni, deve invece mantenere una direzione pubblica in considerazione della missione sociale che, da sempre, svolge.  Penso anche alla presenza capillare degli uffici postali sul territorio, spesso ultimo “presidio” dello Stato in zone disagiate per le proprie caratteristiche geografiche”.

“Abbiamo più volte denunciato – prosegue la segretaria dello Spi – che la privatizzazione di Poste avrebbe comportato un arretramento dei presidi territoriali con conseguenze sia per l’occupazione,  ma anche per un graduale  abbandono  del servizio,  tutto a discapito delle fasce di popolazione più disagiate per locazione territoriale e fascia di età. Rendere il recapito un servizio a giorni alterni, con la consegna delle urgenze non più garantita quotidianamente, significherà aumentare il digital divide  con un danno maggiore per i pensionati. Mi chiedo quanti hanno una Pec o posseggono una mail a cui ricevere comunicazioni urgenti e quanti invece saranno costretti a vivere ancora più isolati e con i disagi che questo disservizio comporterà. Visto che la modifica al recapito inizierà a febbraio per entrare a regime entro aprile, abbiamo tempo per spingere Poste Italiane ad un ripensamento”.