Terni. Chiusa una casa di riposo abusiva

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Lo Spi Cgil lancia l’allarme in vista della discussione del nuovo piano triennale regionale sulla non autosufficienza della Regione Umbria. Maria Rita Paggio: «Serve un’offerta adeguata di servizi diurni, semiresidenziali e residenziali per impedire derive come quella scoperta a Terni».

Assistere gli anziani è una buona azione. Ma va fatta con tutti i crismi di legge. Se viene esercitata fuori dalla legalità diventa una cattiva azione. Casi del genere vengono spesso a galla. Ed è giusto che si conoscano, perché per combattere la cattiva assistenza bisogna denunciare le illegalità che vengono commesse ai danni di persone deboli che non possono non solo difendersi dagli abusi, ma spesso neanche decidere del proprio ricovero in una casa assistita.

L’ultimo caso di mala assistenza di cui siamo venuti a conoscenza è accaduto a Terni dove il sindaco, dopo un’indagine della Questura, si è visto costretto a chiudere una casa di riposo illegale. In una località periferica di Terni in una abitazione normale i proprietari si erano messi in casa quattro anziani non autosufficienti e dietro il pagamento di una retta li assistevano senza avere le autorizzazioni di legge.

La questura di Terni ha segnalato al Comune che la residenza per anziani era priva di autorizzazione al funzionamento per violazione delle leggi sanitarie. L’attività, in pratica, non aveva i requisiti igienico-sanitari minimi per essere esercitata. Nell’ordinanza firmata dal sindaco viene così intimato al proprietario dell’immobile «di sospendere immediatamente l’utilizzo per finalità diverse dalla sua regolare destinazione d’uso, provvedendo senza indugio a ripristinare le condizioni di civile abitabilità, riservandosi di intervenire con successivo provvedimento per disporre lo sgombero qualora venisse accertata la mancanza dei requisiti igienici di abitabilità da parte dell’Asl Umbria2».

Dopo la chiusura, gli anziani che erano ospitati nell’abitazione sono stati trasferiti altrove.

Il caso ovviamente apre tante domande. «Ancora una volta – ha denunciato Luigino Mengaroni, segretario generale dello Spi Cgil di Terni – la fragilità degli anziani più deboli viene sacrificata in nome degli interessi economici».

“È un fatto gravissimo – aggiunge la segretaria regionale dello Spi Cgil Maria Rita Paggio – non solo per i rischi ai quali sono stati esposti gli anziani ora costretti a girovagare da una struttura e l’altra, ma perché emerge un fenomeno nuovo per l’Umbria, quello cioè dell’abusivismo nell’assistenza alle persone non autosufficienti».

Lo Spi Cgil denuncia da tempo la difficoltà del sistema socio-assistenziale umbro a prendere in carico il crescente numero di persone con disabilità. Senza politiche adeguate sul fronte della prevenzione e dell’invecchiamento attivo casi di questo genere saranno destinati a ripetersi.

«L’Umbria è stata tra le prime regioni a costituire il fondo regionale per la non autosufficienza con risorse proprie – aggiunge Maria Rita Paggio – e su nostra spinta una parte rilevante è stata indirizzata verso l’assistenza domiciliare. Tuttavia, questa scelta non sempre riesce a risolvere i problemi delle famiglie quando la disabilità aumenta o lo stesso nucleo non è nelle condizioni di farsi carico della persona non autosufficiente. È qui – conclude Paggio – che, attraverso un’offerta adeguata di servizi diurni, semiresidenziali e residenziali, le istituzioni pubbliche devono essere capaci di dare risposte adeguate e impedire così derive come quella scoperta a Terni».