Contro solitudine, violenza e abbandono, il coordinamento donne Spi ha avviato ieri la campagna “Insieme. 8 marzo con le donne nelle case di riposo” con decine di iniziative in tutta Italia. L’iniziativa durerà tutto l’anno.
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– Lucia Rossi: “8 marzo: diamo voce a chi non ce l’ha”
Come si fa ad alzare il sipario su una realtà che attira l’attenzione solo quando entra di diritto nelle pagine di cronaca nera? Accendere le luci sulle condizioni in cui versano oltre 278 mila anziani ospitati nelle dodicimila strutture sparse sul territorio nazionale; aprire le porte alla trasparenza e a un rapporto di maggiore collaborazione tra operatori, familiari, dirigenti, associazioni, cittadini e rappresentanze sindacali per evitare che il virus della violenza, della solitudine e dell’abbandono continui a diffondersi nelle case di riposo, nelle rsa, negli ospedali, nelle strutture per anziani in generale ma anche tra le mura domestiche in cui vivono, assistiti da famiglie spesso lasciate sole dalle istituzioni, due milioni e mezzo di anziani, la maggior parte dei quali donne. Un compito arduo, ma è quello che il Coordinamento donne Spi Cgil ha deciso di portare avanti per tutto il 2017 attraverso la campagna “Insieme. 8 marzo con le donne nelle case di riposo”. «L’obiettivo – ha affermato la responsabile nazionale del Coordinamento donne Spi Cgil, Lucia Rossi – è visitare nel corso dell’anno le strutture per creare una relazione con le ospiti e le lavoratrici e costruire insieme a loro un percorso per risolvere problemi e criticità. Ce la metteremo tutta per essere presenti e vicino alle donne costrette a vivere il resto della vita nelle case di riposo. Ma questo non basterà se non riusciremo a sensibilizzare l’opinione pubblica per aiutare concretamente persone molto sole».
L’avvio della campagna è stato segnato ieri da decine di iniziative tenute in tutta Italia. A Terni, nella struttura Auxilium, era presente la stessa Lucia Rossi: «Abbiamo portato la mimosa, un sorriso, una canzone, una carezza. E la commozione l’abbiamo superata solo quando si è cominciato a pensare a cosa fare per lenire la solitudine di chi vive in queste strutture. È il primo stadio della fragilità delle persone anziane».
Anche Ivan Pedretti, il Segretario generale dello Spi Cgil, ha visitato ieri una casa di riposo, in provincia di Rieti: «Siamo stati insieme alle anziane ospiti della struttura residenziale di Borbona, vicino ad Amatrice» ha scritto sulla sua pagina Facebook. «Molte di loro hanno perso la casa per il terremoto e ora vivono qui. Per questo abbiamo deciso di portare una mimosa, un quaderno e dei gomitoli di lana. Un piccolo gesto simbolo del nostro impegno per tutte le donne anziane che vivono nelle case di riposo».
Per le iniziative nelle case di riposo, il coordinamento donne dello Spi Cgil di Taranto ha coinvolto anche i ragazzi volontari dell’oratorio della Concattedrale di Taranto. Giovani che hanno dato un grosso contributo nel programmare le attività da svolgere nelle strutture per anziani. Il 6 marzo , dopo aver preso accordi con la direttrice della casa di riposo per anziani “Beato Nunzio Sulprizio” un gruppo consistente di pensionate e ragazzi volontari si è recato presso la struttura. «La nostra visita – racconta Silvia Mancino, Segretaria Spi Cgil Taranto – ha rotto la monotonia delle loro ore, scandite da ritmi sempre uguali. Alcuni ospiti ci hanno stretto con forza le mani, quasi a voler prolungare nel tempo un contatto sempre più flebile per loro con il mondo esterno; i loro sorrisi ci hanno commosso ed emozionato perché nei loro occhi ci siamo un po’ rispecchiati anche noi. I ragazzi hanno dimostrato una grande capacità di adattamento e sensibilità».
Lina Canale è la responsabile del coorinamento donne di Rovigo. «Abbiamo visto tanti sorrisi velati di tristezza», dice, raccontando della visita fata nella Casa di Riposo pubblica di Adria. «Per me è stata la prima volta, ma qui ci veniamo da tempo e tra qualche giorno ci torneremo. È una bella struttura e le operatrici si danno un gran da fare. Una decine di anziane ospiti le abbiamo trovate all’interno di una stanza adibita a salone di bellezza. Mi sembra un bel segno di rispetto nei confronti di chi vive qui. Così come l’iniziativa di proiettare i film».
A testimonianza che la campagna coinvolge tutto il Sindacato pensionati italiani Cgil, non solo le donne, Luciano Favaro, Segretario della lega Spi di Mestre, parla dell’iniziativa tenuta nella Casa di riposo Santa Maria dei Battuti, a Mestre. Struttura che ospita 450 anziani tra autosufficienti e no. Una delle più grandi strutture del Veneto, che nella metà del 1800 è stata via via “il borgo dei tedeschi, ospedale da campo e poi casa di riposo per indigenti”. «Da due anni portiamo la mimosa per l’otto marzo», dice,«e nei reparti abbiamo portato le primule».
Alla Casa di Riposo di Borbona, in provincia di Rieti, c’era anche Aitanga Giraldi, Spi Cgil Roma e Lazio. «Solo per l’8 marzo, abbiamo promosso più di venti iniziative. Continueremo tutto l’anno e fino a quando queste strutture non verranno trasformate in luoghi dignitosi per gli anziani e con maggiore qualità nei servizi e nelle attività da svolgere al loro interno», promette.
Gabriella Dionigi, responsabile del Coordinamento Donne dell’Emilia Romagna ci racconta: «Le donne dello Spi Cgil da anni stanno tessendo un lavoro di cultura su tutto il territorio, lavorando moltissimo con le scuole e con il movimento “Non una di meno”. Erano già da diversi anni che ci muovevamo all’interno delle case di riposo e quest’anno siamo riusciti, anche grazie alla collaborazione con la Funzione Pubblica, a varcare le soglie di molte altre. Non ci fermeremo qui!».
A Lecce, nella casa di riposo Marranci-Crispino, abbiamo trovato Fernanda Cosi, del Coordinamento donne regionale. «Le iniziative su tutto il territorio sono state moltissime, accolte tutte con grande entusiasmo. E’ stato un momento emozionante di grandissima condivisione con tutte le ospiti della struttura. Ovviamente questo è solo l’inizio, l’obiettivo era mettere in evidenza le condizioni di difficoltà, ma il lavoro non può finire qui, c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda le case di riposo che vivono situazioni più complesse. Il connubio con la Funzione Pubblica è stato importante e fruttuoso, e credo che questa sia la strada giusta da percorrere».
Niente mimosa, ma cioccolatini, piccoli omaggi personali e, per tutte le ospiti, una piantina da coltivare. Questo hanno portato le donne del Coordinamento Spi di Acerra, in provincia di Napoli, nella casa di riposo Oasi di Sant’Antonio, nella quale i due terzi degli ospiti sono donne. Annamaria Palmieri, responsabile Coordinamento donne Spi Cgil locale: «È stato un momento davvero intenso e ti fa riflettere su come si completa il percorso della vita. La piantina che abbiamo regalato a tutte le donne è proprio un simbolo contro la solitudine e l’abbandono. Se non vuoi vederla morire te ne devi occupare, creare una relazione. Qui gli anziani sono accuditi da suore, inservienti, cuochi, ma promuovono iniziative, a turno, anche una quarantina di volontari. Visiteremo anche strutture laiche. Sarà un confronto utile per capire le differenze. Perché una cosa l’ho capita: chi opera in queste strutture, oltre alla professionalità deve sentire anche il senso di una missione da compiere, di fronte alle sofferenze, alla solitudine, all’abbandono e al dolore che si toccano con mano parlando con gli anziani che vivono qui. Mi hanno chiusa, ha raccontato una donna parlando dei familiari. Ecco, dietro questa frase, c’è tutto il groviglio di problemi che attanaglia la vita di milioni di famiglie alle prese con l’assistenza ai propri anziani”.
Le segreterie Spi Cgil e Fp Cgil di Castrovillari, hanno manifestato la propria solidarietà alle donne che soggiornano nella casa di riposo “Casa protetta per anziani S. Pio e Madonna Immacolata”, di Corigliano Calabro. L’obiettivo è creare nuove relazioni, far sentire la propria vicinanza e solidarietà verso un mondo poco pensato. Inoltre, si è voluto manifestare il proprio appoggio anche alle operatrici e ai dirigenti della struttura. «In un primo momento ci è sembrato un atto evangelico ma, superato l’impatto, si è creata tanta familiarità con gli anziani, ci siamo scambiati tenerezza e gioia e siamo usciti arricchiti, forse anche più di loro. La Casa di riposo “S. Pio e Madonna Immacolata ” è una struttura adeguata in tutti gli aspetti e questo ci rende tranquilli per il benessere fisico ed emotivo delle nostre donne anziane e per chi vi soggiorna per brevi periodi. Sappiamo bene che nel territorio ci sono altre strutture non adeguate a questo compito: il sindacato intende vigilare e verificare perché emergano criticità e problemi che, se presenti, vanno tutti superati».