Sanità. Nuovo piano della Regione Lazio per abbattere le liste d'attesa

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Il presidente della Regione Lazio, Zingaretti: «Poniamo fine a una delle più gravi disfunzioni e vergogne del sistema sanitario regionale». Il decreto frutto di un ampio accordo e di un lavoro di condivisione e studio della Regione Lazio con le organizzazioni sindacali –Cgil, Cisl e Uil, sindacati dei pensionati Spi, Fnp, Uilp, le tre federazione del pubblico impiego – . Piano straordinario per anticipare gli esami, con ambulatori aperti fino alle 22 e nei fine settimana, limite all’intramoenia, agende separate tra visite urgenti e i controlli programmati. Ernesto Rocchi, Spi Cgil Roma e Lazio: «Un primo, concreto passo per una Sanità al servizio dei cittadini».

«Tagliamo le liste d’attesa nel Lazio, una delle più gravi disfuzioni e vergogne del sistema sanitario regionale». L’annuncio arriva direttamente dal presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti attraverso un post pubblicato dalla sua pagina Facebook . Ma soprattutto dopo la firma del verbale d’intesa tra il presidente della Regione, Cgil, Cisl, Uil, i sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Uilp e le tre federazioni del pubblico impiego. Sul verbale sono fissati i punti sui quali si interverrà per migliorare un servizio sanitario essenziale per i cittadini, ma che per anni è stato a dir poco scadente e spesso usato per annunci vuoti di contenuti. “Da oggi – afferma invece Zingaretti – partirà un piano straordinario per anticipare gli esami, con ambulatori aperti fino alle 22 e nei fine settimana, limite all’intramoenia, agende separate tra visite urgenti e i controlli programmati. Interveniamo per sanare uno dei grandi punti di debolezza della sanità laziale e possiamo farlo perché i conti sono finalmente in ordine e questo ci consente anche di  dotare le strutture sanitarie del Lazio di nuovo personale. Una buona notizia e un passo avanti di civiltà».

«Un primo, concreto passo per una Sanità al servizio dei cittadini – commenta il Segretario generale dello Spi Cgil Roma e Lazio, Ernesto Rocchi –. Concreto perché, dopo anni di politiche per la riduzione del deficit, la Regione stanzia 10 milioni di euro per affrontare il problema. Concreto anche perché viene introdotto un principio sanzionatorio per le Asl che non rispettano i limiti stabiliti per il miglioramento del servizio. Mi riferisco ad esempio alla riduzione e alla sospensione dell’intramoenia, le visite e gli esami effettuati in regime privatistico dai medici delle Asl. Positivo – continua Rocchi – è l’avvio del monitoraggio previsto rispetto alla programmazione di ricoveri e prenotazioni, ma anche l’istituzione degli osservatori regionale e in ogni Asl cui parteciperanno anche le organizzazioni sindacali. Infine – precisa il Segretario generale dello Spi Cgil di Roma e Lazio – voglio sottolineare  il riconoscimento, da parte della Regione, del ruolo sociale svolto da sindacati e corpi sociali intermedi. Un metodo di confronto che può portare risultati concreti per i cittadini, che la Regione ha adottato, mentre a Roma, su questo versante tutto tace: dovremmo farci sentire. Si tratta comunque di un primo passo: i prossimi temi dovranno riguardare il funzionamento della rete territoriale e, più in generale,  l’organizzazione della Sanità».

Nella sintesi realizzata dal sito specializzato quotidianosanita.it, l’elenco degli interventi previsti per ridurre le liste d’attesa riguardano:

Separazione delle prime visite e prestazioni dalle visite di controllo non urgenti. “Oggi tutte le prestazioni finivano in un unico flusso: dall’esame oncologico prescritto d’urgenza dal medico al richiamo per un paziente cronico con diabete, che dovrà fare una visita di controllo una volta l’anno. Adesso invece separiamo il primo accesso, cioè le prime visite e le prime prestazioni terapeutiche, da tutte le visite di controllo che non hanno urgenza di essere effettuate e che possono essere programmate direttamente dai medici o dalle strutture, senza passare per le liste di attesa ma per liste di prenotazione. D’ora in poi, avremo quindi due flussi distinti, a beneficio delle aree relative alle prestazioni più urgenti e più critiche”.

Per quanto riguarda la prima classe di prestazioni, relativa al primo accesso, il medico dovrà indicare il grado di urgenza della prestazione richiesta sulla base di criteri clinici condivisi:
•    u = urgente da eseguire entro 72 ore
•    b = breve 10 gg
•    d = differibile 30 gg per le visite

60 gg per le prestazioni strumentali
•    p = programmata 180 gg

Le prestazioni di controllo invece non entrano nelle liste d’attesa, “poiché sono programmate e prenotate direttamente dal medico o dalla struttura che prende in carico il paziente”.

Trasparenza e nuove regole nella gestione delle liste d’attesa. “Tutte le agende di prenotazione sono visibili al Recup, per consentire la razionale attività di registrazione di tutti gli appuntamenti. I calendari delle agende non possono essere chiusi, quindi non sarà più possibile rifiutare la richiesta di una prestazione, come purtroppo accadeva a volte oggi”.

Direttive chiare alle Asl per governare l’offerta di prestazioni, in base alle strutture, ai macchinari, a disposizione e al fabbisogno. “Chiamiamo dunque le Asl ad uno sforzo di programmazione importante: valutare la propria capacità per tipologie di prestazioni; indicare i fabbisogni, individuando la quota di attività che sono in grado di produrre attraverso le proprie risorse, e quella che può essere acquistata dalle aziende ospedaliere  e dalle strutture private accreditate; ottimizzare i turni e l’uso dei macchinari”.

Garanzia della maggiore prossimità possibile della prestazione ai cittadini. “Un’altra novità importante”, spiega la Regione. L’ambito territoriale di garanzia è definito dal territorio della Asl di residenza, e “vale solo per le prestazioni critiche per le quali sia stata indicata la classe di priorità. nella definizione degli ambiti, si tiene conto della tipologia delle prestazioni ad alta, media o bassa tecnologia, che incidono nella ripartizione territoriale. Gli ambiti territoriali di garanzia sono 3, in base alla complessità della prestazione: il più vicino è quello distrettuale, per le prestazioni più semplici; c’è poi quello aziendale, che corrisponde al territorio della Asl, per prestazioni di media complessità; infine, quello sovra-aziendale (con accorpamenti 2 o più Asl) per prestazioni di alta tecnologia”.

Nuove regole relative all’intramoenia, responsabilizzando le aziende sanitarie. Con attese oltre i limiti stabiliti, le aziende dovranno infatti ridurre o sospendere l’intramoenia. “Questi i limiti (come da norme nazionali): 30/60 giorni per le priorità «d», 180 giorni per le priorità «p». La riduzione e/o sospensione cesserà dal momento in cui saranno ripristinati tempi di attesa per l’attività istituzionale inferiori ai valori massimi previsti. Per rendere efficace la misura, verranno rafforzati i sistemi di monitoraggio su tempi, inadempienze e irregolarità”.

Taglio alle liste esistenti, che si sono accumulate. “Lanciamo a partire da maggio un progetto straordinario su alcune ecografie e visite specialistiche dove le attese sono più lunghe: con un investimento di 10mln e un tempo stimato di 12 settimane, anticipiamo gli appuntamenti di queste prestazioni critiche. Le persone in lista di attesa saranno richiamate, a partire da maggio, per anticipare gli appuntamenti già prenotati. I recall partiranno dalle attese più lunghe”.

Da settembre si velocizzano i tempi relativi ai primi accessi alle 8 prestazioni ecografiche e per le 3 visite specialistiche critiche, che dovranno essere effettuate entro il tempo massimo di attesa per classi di priorità previsto dalla normativa nazionale. uno dei punti dell’accordo di cooperazione con i medici di medicina generale firmato il 27 marzo 2017 riguarda proprio questo obiettivo: sarà infatti possibile per il medico la prenotazione diretta con luogo e data della prestazione.

Le 8 prestazioni ecografiche interessate sono:
•    ecografia del capo e del collo
•    ecografia della mammella bilaterale
•    ecografia della mammella monolaterale
•    ecografia dell’ addome superiore
•    ecografia dell’ addome inferiore
•    ecografia addome completo
•    ecografia ostetrica
•    ecografia ginecologica

Le 3 visite specialistiche interessate sono:
•    visita cardiologica + ecg
•    visita dermatologica
•    visita oculistica

Apertura dei servizi estesa sino alle ore 22 e nei giorni di sabato e domenica. “Sappiamo che oggi alcune strutture e alcuni macchinari lavorano solo pochi giorni a settimana. Adesso, anche grazie all’arrivo di nuovo personale, vogliamo garantire maggiore disponibilità, per aumentare la produttività ed effettuare più prestazioni. Per questo, prevediamo: l’implementazione di prestazioni aggiuntive, l’apertura dei servizi estesa sino alle ore 22,00 e nei giorni di sabato e domenica”.

La rete ambulatori aperti. “Verranno attivati in ogni distretto ambulatori aperti, almeno 2 nelle Asl del comune di Roma, a partire dalle case della salute. le 3 visite specialistiche verranno effettuate sperimentalmente in alcuni ambulatori senza prenotazione. L’obiettivo del piano è arrivare in due anni al 90% delle prestazioni erogate entro i tempi stabiliti e negli ambiti di garanzia territoriale, cioè il più possibile vicino ai cittadini”.

La collaborazione e la condivisione da parte di tutti gli attori. La Regione, le aziende sanitarie, i responsabili delle liste d’attesa, i medici di medicina generale e i medici specialisti, i tecnici, le organizzazioni sindacali, le rappresentanze degli utenti, i Cup e il Recup. “Tutti insieme dobbiamo raccogliere una grande sfida, è un tassello fondamentale per garantire il diritto alla salute dei cittadini e dare loro il senso di una presenza forte e positiva dello Stato”.