I pensionati pugliesi in campo per un’alimentazione etica e sana

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“Mi cibo da mani libere”. Un titolo eloquente quello scelto dai pensionati Cgil della Puglia per una campagna di informazione e formazione su alimentazione etica e sana. Il progetto è stato presentato stamattina, martedì 12 marzo, a Bari. Ma cosa vuol dire alimentazione etica? Vuol dire combattere il caporalato, rispettare i diritti dei lavoratori, difendere i diritti dei migranti che sempre più spesso lavorano nei campi. Vuol dire acquistare prodotti liberi e liberati dallo sfruttamento. Ma vuol dire anche mangiare bene, in modo sano e corretto, per vivere meglio e stare in buone condizioni di salute.

Il progetto dei pensionati pugliesi, ben illustrato da un video, non coinvolge solo gli anziani ma tutta la popolazione. L’iniziativa, infatti, ha la peculiarità di raccontare il cibo anche dalla parte di chi gli alimenti li coltiva, li raccoglie, li trasforma in fabbrica spesso in condizioni di sfruttamento se non di riduzione in schiavitù.  Il progetto, inoltre, intende promuovere coltivazioni e allevamenti sostenibili, per il bene delle generazioni future, per il bene della salute e del benessere dei più anziani. Già, perché un’alimentazione corretta aiuta a prevenire molte malattie.

Ma quali sono concretamente gli obiettivi di “Mi cibo da mani libere”? Valorizzare la dieta mediterranea, in primis. Fornire agli anziani indicazioni pratiche e utili per un’alimentazione corretta. E ancora, valorizzare il cibo e la cultura gastronomica pugliesi, ma anche la cultura del mangiare insieme perché rafforza il fondamento delle relazioni interpersonali e tramanda i valori della comunità e fa sentire meno soli. Ma il progetto dei pensionati nasce anche per fornire informazioni per imparare a valutare il rapporto qualità-prezzo del cibo e dei prodotti della tavola, a interpretare le etichette e a difendersi da frodi e speculazioni. Infine, “Mi cibo da mani libere” vuole puntare l’attenzione sul territorio, le coltivazioni e la produzione perché dietro il cibo ci sono i diritti e il lavoro.

“Quello che arriva sulle nostre tavole spesso ci lascia indifferenti rispetto all’origine, al modo in cui è stato prodotto, ai trattamenti a cui è stato sottoposto – afferma Gianni Forte, segretario generale dello Spi Cgil Puglia – dovremmo imparare tutti a rivendicare la qualità e a pretendere di non essere raggirati con artificiose sofisticazioni, ad assumere consapevolezza di quello che mangiamo. Se il mercato ha il potere di condizionare i consumi – continua Forte – i consumatori hanno lo straordinario potere di scegliere, assumendo criteri che non possono escludere quelli relativi a chi ha lavorato sia nella raccolta che nella trasformazione industriale di quello che mangiamo. Si tratta di persone alle quali dovrebbero essere garantiti diritti, quelli che ognuno di noi rivendica per sé stesso e che la competizione dei mercati tende a sottrarci. Nel settore agroalimentare tutto risulta più accentuato, perché la fase della produzione è più esposta, inducendo a recuperare costi sul lavoro, invece che sulla riorganizzazione della distribuzione – prosegue Forte. Così si finisce per utilizzare lavoratori più deboli e incapaci di rivendicare i propri diritti. Esseri umani schiavizzati e privati della dignità e delle libertà e che spesso sui campi di raccolta lasciano la vita tenendo ancora tra le mani prodotti destinati a finire nei nostri piatti, fra odori e sapori che nascondono quello acre del sacrificio umano”.

Insomma, bisogna alimentarsi rispettando i diritti innanzitutto ma anche esaltando valori e sapori e riscoprendo gusto e benessere. 

Alla presentazione di stamattina hanno partecipato gli studenti dell’Istituto Majorana di Bari. Oltre a loro, Antonio Moschetta, ordinario di medicina interna dell’Università di Bari, Elisabetta Boccia di Coop Alleanza 3.0. E ancora, Drissa Doumbya, presidente della comunità africana di Brindisi, Marcello Longo di Slow Food Puglia e Gianni Forte, segretario generale dei pensionati Cgil pugliesi. All’evento ha partecipato anche lo showman Antonio Stornaiolo, battitore libero tra palco e platea, e Daniela Baldassarra, autrice e interprete del monologo comico Il cibo è/e la nostra vita.

Sono già in programma una serie di iniziative. La prima a Manduria, nella cantina cooperativa, un incontro sul vino. La seconda a Brindisi, nella Masseria Canali, un focus sulle produzioni a chilometro zero nell’ambito dei campi della legalità. E ancora, a San Nicandro Garganico un approfondimento sulla produzione di cibo al femminile. A Canosa, invece, la visita guidata al sito archeologico sarà l’occasione per rievocare la cultura legata alla tavola ai tempi dei Romani.