Pieve Santo Stefano, il sindacato nelle aree interne

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Lo spopolamento continua a rappresentare un serio problema per le aree interne. La politica è indietro. E i piccoli centri, e i tanti anziani che li abitano, rischiano di cadere in uno stato di abbandono totale. Per questo il sindacato dei pensionati della Cgil continua a impegnarsi nell’apertura di nuove sedi che possono avere un ruolo cruciale nel rilancio delle aree interne e nell’offrire ai cittadini servizi e aiuto concreto. Sabato scorso a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, lo Spi Cgil, insieme alla Cgil, ha inaugurato una nuova sede intitolata a Luciano Lama, a cento anni dalla nascita del segretario generale.

“Vogliamo essere nei luoghi più piccoli e disagiati dove c’è stato un forte spopolamento. La presenza di una Camera del lavoro è fondamentale per ridare un po’ di vita sociale alle realtà interne che sono complicate e hanno tante criticità”, ha detto il segretario generale del sindacato pensionati Cgil di Arezzo Giancarlo Gambineri intervenendo durante l’incontro presso il Teatro Comunale che ha preceduto l’inaugurazione della sede.
“L’ufficio postale chiude, la banca anche, i servizi sono assenti, la connessione internet non funziona”. E gli anziani sono sempre più isolati. Come conciliare l’affaticamento estremo delle città e la dimensione delle aree interne? Il nuovo modello di sviluppo e i prossimi investimenti  dovranno tener conto di queste differenze. “Per questo è importante che la Cgil ci sia con tutti i suoi servizi. La politica è indietro e noi vogliamo dare il nostro contributo”, ha concluso Gambineri.

E anche LiberEtà, a cui è stato dedicato un focus durante l’incontro di sabato, può essere uno strumento di prossimità e vicinanza che il sindacato intende utilizzare per essere più vicini alle persone.

Ma a Pieve Santo Stefano ci si dà da fare anche sul fronte culturale. Famoso è l‘Archivio diaristico nazionale che ha dato vita a un moderno e interattivo Museo del Diario e che dà il suo contributo a mantenere vivo il tessuto sociale della cittadina. L’Archivio, la cui direttrice Natalia Cangi è intervenuta nel corso dell’iniziativa di sabato, è stato ideato e fondato nel 1984 da Saverio Tutino. Serve non solo a conservare, come un museo, brani di scrittura popolare, ma vuole far fruttare in vario modo la ricchezza che in esso viene depositata. Uno strumento in più, dunque, perché le aree interne possano dialogare con il “centro” delle grandi città.