L’ultimo incontro tra governo e sindacati sul tema delle pensioni si è svolto ieri pomeriggio. Molte le questioni sul tavolo. Poche ancora le risposte certe. Tanti i capitoli ancora da definire con precisione.
L’ultimo incontro tra governo e sindacati sul tema delle pensioni si è svolto ieri pomeriggio. Molte le questioni sul tavolo. Poche ancora le risposte certe. Tanti i capitoli ancora da definire con precisione. Tra i temi affrontati c’è quello della rivalutazione delle pensioni. I sindacati hanno acquisito l’impegno da parte del governo a definire un nuovo meccanismo di rivalutazione migliore di quello attualmente in vigore. L’obiettivo è quello di assicurare una maggiore tutela del potere d’acquisto dei pensionati, a partire dal 2019.
Una apposita commissione da istituire valuterà successivamente un nuovo paniere Istat per calcolare i consumi dei pensionati. Una seconda commissione invece lavorerà per mettere a punto interventi ad hoc per separare assistenza e previdenza.
L’altro tema importante affrontato ieri al tavolo è quello del lavoro di cura e del pensionamento anticipato delle donne. L’intervento ipotizzato dal governo riguarda solo i criteri di accesso all’Ape sociale e secondo i sindacati è assolutamente parziale e insufficiente. La proposta del Ministro Poletti infatti è uno “sconto” di sei mesi di contributo per figlio, per un massimo di due anni per le sole donne lavoratrici che rientrano nei meccanismi dell’Ape sociale, ovvero quelle con 30 anni di contributi che sono disoccupate senza ammortizzatori o che assistono familiari di primo grado con disabilità grave o che hanno un grado di invalidità superiore o pari al 74 per cento, e quelle con 36 anni di contributi che svolgono un lavoro gravoso. Il numero di persone che ne beneficerebbero quindi sarebbe davvero molto ridotto. Proprio per questo al prossimo incontro che si terrà il 13 settembre i sindacati avanzeranno una loro proposta unitaria per affrontare davvero compiutamente il tema del lavoro di cura.
Il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti ha sottolineato come su questo punto occorrano proposte alternative, come pure sui giovani: “sul lavoro di cura e sulla pensione di garanzia per i giovani porteremo al tavolo una nostra proposta perché quella che ci è stata presentata era parziale e secondo noi non sufficiente”.
Sull’aspettativa di vita e l’età pensionabile invece il governo non ha fornito alcuna risposta poiché intende rimandare alle prossime stime Istat. I sindacati invece chiedono risposte in tempi rapidi perché la questione è di fondamentale importanza. Susanna Camusso al termine dell’incontro ha criticato fortemente la mancanza di risposte su vari punti e ha ribadito l’assoluta necessità di affrontare il tema dell’aspettativa di vita: “bisogna bloccare il meccanismo automatico di aumento dell’età pensionabile, mentre continua a non esserci una risposta”. Per il segretario generale della Cgil questo è un punto dirimente “perché nella fase due era previsto di discutere come intervenire. Quindi è chiaro che quello è il tema che più interessa i lavoratori e le lavoratrici su cui stanno aspettando una risposta”.
Infine, sui tempi e le risorse i sindacati chiedono un quadro preciso. Bisognerà attendere la nota di aggiornamento al Def che arriverà il 20 settembre, in previsione della legge di bilancio che dovrebbe essere presentata intorno al 15 ottobre. Dunque servono risposte chiare, al più presto. L’impegno dei sindacati è massimo. E, come ha dichiarato Ivan Pedretti, “in mancanza di risposte ci dovremo preparare alla mobilitazione”.