Livorno. Si spala il fango dalle strade e dalle case. Cgil e Spi in azione insieme ai volontari    

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Pedretti, Spi Cgil: «È veramente incredibile come nel nostro paese si muoia per colpa del maltempo».

Livorno come Genova, con i torrenti che scendono a mare e, quando la pioggia si fa torrenziale, si trasformano in bombe d’acqua e detriti capaci di devastare un’intera città? Anche. Ma, soprattutto, Livorno come l’Italia intera, un Paese riconosciuto a rischio frane e terremoti, inondazioni ed eruzioni vulcaniche. Lo sappiamo tutti, ma tra una tragedia e l’altra scopriamo che le parole prevenzione e cura del territorio sono quelle meno praticate. Peggio, sono dimenticate.  Sei ore di pioggia torrenziale che scarica su Livorno 200 millilitri di acqua, normalmente ne cade tanta in cinque mesi, e quelle parole tornano come un pungo in faccia a chi, nei periodi propizi, dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini e invece non lo fa.

21432740_740219066161624_9140288703605861534_nNon è stata solo la fatalità a portarsi via, a Livorno la vita di sette persone, di cui quattro appartenenti alla stessa famiglia. Ed è stato solo per il coraggio di Roberto Ramacciotti, se Camilla, la nipotina di tre anni, è sopravvissuta al fiume di fango e acqua che ha sommerso, dal pavimento al soffitto, il piano basso dell’abitazione dove hanno trovato la morte il papà Simone, la mamma Glenda e il fratellino Filippo, 4 anni. Roberto, padre di Simone e nonno di Camilla e Filippo, dopo aver posto in salvo la nipotina, ha cercato di salvare tutti i suoi familiari ma è morto, stremato, con loro. L’esondazione del Rio Maggiore, un piccolo torrente ormai completamente interrato che passa proprio sotto la palazzina, ha allagato la casa in pochi minuti.

Il giorno dopo l’alluvione,  chi può cerca di aiutare chi ha bisogno, di togliere il fango e l’acqua dalle case. «Ma le notizie che arrivano – informa il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti – sono preoccupanti. La situazione è ancora molto complicata e i danni sono tanti. La Camera del Lavoro Cgil provincia di Livorno e i nostri sindacalisti e attivisti sono impegnati in queste ore a dare una mano a spalare il fango che ostruisce le strade. Fanno bene e li ringraziamo tutti per questo loro straordinario lavoro. Seguiamo con attenzione la situazione – aggiunge Pedretti – pronti come sempre a fare la nostra parte. Un pensiero a Roberto Ramacciotti, il nonno che ha perso la vita cercando di mettere in salvo i propri nipoti. È veramente incredibile come nel nostro paese si muoia per colpa del maltempo».

Daniela Cappelli, segretario generale Spi Cgil Toscana è in contatto costante con gli attivisti della Cgil e dello Spi livornesi impegnati a portare aiuto alla popolazione e nell’organizzazione dei turni di lavoro. «I nostri compagni – afferma – hanno una sola parola per dare l’idea di cosa stia accadendo a Livorno in questo momento, ed è caos. Dalla carenza nell’organizzazione dei volontari al risultato terribile scaturito da lavori previsti e non fatti per la messa in sicurezza delle zone più a rischio di una città attraversata da tre torrenti. Problemi che vengono anche da lontano e che oggi hanno presentato il conto a un’intera comunità».