Pensioni: l’Ape vola se è sociale

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Che cos’è l’Ape. È un’abbreviazione che sta per anticipo pensionistico. In pratica dà la possibilità a chi ha un’età di 63 anni di andare in pensione prima rispetto alle condizioni imposte con la legge Fornero. La norma è stata inserita nella legge di stabilità 2017. Inizialmente l’idea del governo era di prevedere una sola Ape, quella volontaria. Durante la trattativa con i sindacati si sono aggiunte altre due possibilità a costo zero per i lavoratori, anche se a determinate condizioni: l’Ape sociale e l’Ape aziendale. Vediamo di capire meglio come funziona questo meccanismo.

Il calendario delle nuove pensioni

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L’Ape volontaria. È una sorta di prestito finanziario a cui potranno accedere le lavoratrici e i lavoratori con età anagrafica pari o superiore a 63 anni e che maturano entro i tre anni e sette mesi il requisito per l’accesso alla pensione di vecchiaia. L’anticipo pensionistico scatta il 1° maggio 2017 e rimane in vigore in via sperimentale fino alla fine del 2018. Si può chiedere con 63 anni di età e venti di contributi. La penalizzazione per ogni anno di anticipo si aggira intorno al 4,5 per cento. L’importo del prestito sarà commisurato alla pensione di vecchiaia ed erogato fino alla maturazione dei requisiti per la pensione.

Come funziona. L’Ape volontaria funziona così: gli interessati richiedono la certificazione della pensione futura all’Inps da cui ottengono informazioni su durata e ammontare dell’Ape e su banche e assicurazioni aderenti all’iniziativa. Il richiedente sottoscrive on line la proposta e la quantità prescelta dell’Ape. Dopo le opportune verifiche, gli viene accreditato in rate mensili l’importo dell’anticipo pensionistico. Raggiunta l’età della pensione di vecchiaia, l’Inps eroga l’assegno pensionistico al netto della rata di ammortamento del prestito (inclusa la restituzione di capitale, gli interessi e l’assicurazione). In caso di premorienza l’assicurazione ripaga il debito residuo e l’eventuale reversibilità viene corrisposta senza decurtazioni. Dopo venti anni dal pensionamento, termina la restituzione delle rate di ammortamento e la pensione torna al suo livello “normale”.

Quanto costa l’Ape volontaria

Il costo dell’anticipo pensionistico con l’Ape volontaria, secondo le stime del governo, si aggira intorno al 4,5 per cento del trattamento definitivo per ogni anno di anticipo. Un pensionato che avrebbe percepito mille euro lordi (865 netti) di pensione e chiede un anticipo di tre anni riceverà un’Ape di 736 euro. Dopo tre anni, quando riceverà la pensione vera, dovrà restituire una rata di 173 euro al mese per vent’anni.

L’Ape sociale. La proposta iniziale del governo era di introdurre solo l’Ape volontaria. La trattativa con i sindacati ha permesso di raggiungere un compromesso stabilendo che, a certe condizioni, l’Ape possa essere a costo zero per il lavoratore. Questa possibilità nella mediazione trovata al ministero del Lavoro è subordinata alla situazione di difficoltà economica del lavoratore che richiede l’anticipo pensionistico. Come prima cosa bisogna essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, alle forme sostitutive ed esonerative o alla gestione separata. Occorre aver compiuto 63 anni e avere un’anzianità contributiva che va da 30 a 36 anni a seconda della condizione del lavoratore. L’Ape sociale, così come la volontaria, può essere richiesta dal 1° maggio 2017. Chi ne ha diritto (vedi box a lato) riceve un’indennità direttamente dall’Inps, pari alla pensione certificata al momento della richiesta (se è inferiore a 1.500 euro lordi) o direttamente 1.500 euro lordi (se la pensione è maggiore). Se il beneficiario con pensione superiore a 1.500 euro vuole un’Ape maggiore può richiedere la differenza con il meccanismo dell’Ape volontaria, pagando un costo minimo solo sulla differenza richiesta.