Pensionati fantastici

0
1910

Pubblichiamo un contributo di Marco Fiorletta, appassionato di storia, pensionato. Una vita intera trascorsa a l’Unità: entrato come fattorino e andato in pensione come segretario di redazione. Le sue sono considerazioni sulla terza età e sul ruolo degli anziani. 

Li trovate ovunque, questa categoria di persone buona per tutte le occasioni. Per saccheggiare le loro pensioni quando c’è una crisi, per incolparli di ogni malefatta passata, presente e futura. Come per esempio che stiano rubando il futuro ai loro stessi figli e nipoti. Anche se sembra lontano nel tempo, sono stati l’alibi per molti nell’affrontare la crisi Covid con leggerezza. Ricordate quando si diceva che il virus colpiva gli anziani con patologie pregresse, come suona bene vero? Muoiono i vecchi, già malati, che ci possiamo fare? I giovani non vengono colpiti. E tutti, o quasi, tranquilli al punto che sugli anziani sono iniziate a circolare battute, meme, e riflessioni più o meno serie sull’utilità di questa categoria di ladri professionali, che campano a sbafo sulle spalle dello Stato. Non la faccio troppo lunga, ma abbiamo visto poi che il Covid colpisce tutti, vecchi, giovani e anche i bambini che, a detta di qualche studioso, sarebbero dei formidabili vettori di contagio. Queste persone inutili, che occupano case, percepiscono pensioni e vengono usati come bancomat viventi, sono stati anche condannati a morte quasi certa per l’insipienza di chi li avrebbe dovuti proteggere dal contagio. Questi parassiti, giustamente, non usufruiranno nemmeno del bonus vacanze o perché non saranno in grado di chiederlo, o perché con quei pochi euro non ci potrebbero andare da nessuna parte, o perché, grazie al mitico Isee, risulteranno essere dei ricchi che abilmente si sono nascosti. Ovvero, nel calcolo del reddito oltre alla pensione, per la stragrande maggioranza molto bassa, influirà anche il reddito di questo o quel figlio che è rimasto in casa perché non in grado, con il proprio compenso da lavoro, di rendersi autonomo, oppure sempre questo o quel figlio, è dovuto tornare a casa perché proprio un lavoro non lo ha. O perché ha in carico un nipote che un lavoro stabile nemmeno sa cosa sia. Eppure i pensionati sono uno dei collanti di questa società che si atteggia a capitalistica ma non è nemmeno in grado di esserla. Sono coloro che in questi anni di crisi ininterrotta hanno garantito la vita a decine di migliaia di congiunti. Ecco, salviamoli questi pensionati. Non sono solo la memoria storica di questo paese senza memoria, ma persone ancora utili alla nostra società.