“Mafie, ambiente e sport tra le Dolomiti”: il campo antimafia in Cadore (BL)

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Il primo campo di E!State Liberi sulle Dolomiti! Tra natura, attività manuali e sport i ragazzi e i volontari e le volontarie dello Spi Cgil insieme per parlare anche di ecomafie e del business del mercato illecito dei rifiuti

«È stata la prima volta ma non resterà solo l’unica!». L’entusiasmo si sente forte nelle parole di Loredana Casanova, segretaria della lega Spi Cgil Cadore Comelico, in provincia di Belluno. Siamo al nord, nella zona del Cadore appunto dove l’eco della mafia sembra essere più debole rispetto alle aree del sud Italia. È proprio a Calalzo di Cadore, nella casa colonia alpina, che dal 22 al 28 agosto si è tenuto il campo antimafia organizzato e fortemente voluto da Libera.

Un bel gruppo di ragazzi dai 18 anni in su, provenienti da tutta Italia, ha partecipato attivamente alla riqualificazione degli ambienti della struttura, con particolare attenzione alla lavorazione del legno e all’attività ecologica di pulizia in alcune zone di montagna. Non sono mancati i momenti di formazione al centro dei quali stava il tema delle ecomafie e lo smaltimento illecito dei rifiuti, lo sport e i suoi valori educativi e l’infiltrazione della criminalità.
Ampio spazio è stato dedicato all’attività motoria con la dimostrazione di alcune discipline sportive. I ragazzi assieme ad alcuni esperti, hanno approfondito anche il rapporto tra ambiente e criminalità: le ecomafie e il business del mercato illecito dei rifiuti. Legati all’ambiente sono anche il caporalato e i flussi migratori verso l’Europa. Lo sport è stato poi osservato da due punti di vista, come attività ludico-professionale (con attività pratiche connesse) e come terreno fertile per le mafie, con un focus sul doping e uno sguardo alle Olimpiadi del 2026. Non solo formazione e lavoro ma anche un’escursione sul territorio e alcune uscite serali per la conoscenza delle bellezze del Cadore.
Si è trattato per tutti di un modo per conoscere e immergersi nella realtà dei piccoli paesi del Cadore e per lavorare sulle competenze di creazione e gestione di un team di lavoro nella vita quotidiana.

«Abbiamo conosciuto ragazzi ben strutturati, che hanno sentito parlare, in famiglia, di questo cancro,la mafia, che corrode il tessuto sociale. – ha aggiunto Loredana – Parliamone sempre. Accompagniamoli verso il futuro anche con il nostro abbraccio che li rassicuri, devono sapere per poter combattere. Noi volontari dello Spi abbiamo cercato di fare questo e per noi tutti è stata una grandissima opportunità. Già il primo giorno di incontro, dopo aver sentito la musica che solo le voci e le risa dei ragazzi sanno dare, ogni riserva che inizialmente avevamo è caduta».

Una settimana unica, raccontano i volontari, che hanno voluto ancora una volta rendersi disponibili nel confronto con i giovani, per i quali rappresentano la memoria del tempo. «Il futuro sono loro, i giovani – sottolinea Casanova – noi restiamo qui, sempre a braccia aperte, con Libera e lo Spi. Sempre».

STORIA DELLA REALTÀ OSPITANTE (tratto da www.libera.it)

La costruzione della struttura è iniziata nel 1924 per i soggiorni della Gioventù Italiana e, con la fine della guerra, è stata ampliata e riqualificata, dal comune di Padova, come colonia estiva per il soggiorno dei bambini. Successivamente la struttura ha ospitato nei primi anni ’80 una scuola media, per poi essere utilizzata come caserma; poi, abbandonata alla fine degli anni ’80. Nel 1990 l’edificio è stato oggetto, da parte dell’Associazione Calantina, di un’opera di recupero. L’impegno profuso nel portare a nuova vita il fabbricato, tra volontariato e autofinanziamento, ha consentito di poter disporre di una struttura confortevole, da mettere a disposizione per la formazione di ragazzi e famiglie, con parrocchie, associazioni e gruppi sportivi. Cerchiamo di promuovere un “soggiorno solidale” che ha come obiettivo quello di generare nelle persone un “cambiamento positivo” nella qualità delle relazioni e nella gestione del bene comune.