Le reti di solidarietà che il Covid ha rafforzato

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Esisteva già prima del Covid, ma oggi la consegna della spesa a domicilio è un servizio sempre più conosciuto e richiesto da chi ha difficoltà a uscire di casa. In piena pandemia, con l’aiuto delle associazioni di volontariato, i servizi sociali dei Comuni avevano rafforzato questa rete di solidarietà per aiutare anziani, persone con disabilità e chi era in quarantena: allo stesso tempo, quella che veniva svolta era un’azione preventiva – garantire il distanziamento fisico tenendo le persone in casa – e un servizio vitale per decine di migliaia di persone. Le massicce campagne di informazione locali promosse in quel periodo hanno oggi trasformato quello che nel corso della pandemia era un servizio di emergenza in un servizio necessario.

“Ora che Rimini non è più zona rossa e siamo tutti tornati a una vita quasi normale -racconta Flavia Ciavatta, volontaria Auser che in città coordina il servizio spesa a domicilio – le trenta famiglie alle quali attualmente portiamo la spesa settimanale a casa sono cinque volte di più rispetto alle famiglie servite prima del Covid 19″.
Non siamo agli oltre cento nuclei familiari che in piena pandemia aprivano la porta ai volontari per ritirare le buste della spesa, ma il dato, osservava qualche giorno fa il vicesindaco Gloria Lisi, ringraziando pubblicamente i volontari dell’Auser “segna oggi una presenza forte e solidale per tante famiglie, ogni giorno dell’anno”.

“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria – elenca Massimo Fusini, presidente di Auser Rimini – sono state circa ottocento le spese effettuate e consegnate a domicilio. Una media che, nelle settimane di punta, ci ha visto impegnati con circa cento spese consegnate a settimana. Abbiamo toccato con mano una parte sofferente di comunità riminese, alla quale abbiamo dato aiuto e con la quale continuiamo a tenerci in contatto. Un impegno che, ovviamente, prosegue e che in questi mesi è stato possibile garantire anche grazie a tanti giovani che, pur senza esperienze precedenti alle spalle, hanno voluto dare il loro contributo di volontariato alla comunità”.

“Molti di loro sono tornati al lavoro – racconta Flavia – ma altri, ancora più giovani, li hanno sostituiti”. Come Nicolò, diciassette anni, terzo anno di superiori nell’istituto agrario di Cesena, e i suoi amici che hanno dato vita al gruppo “Sotto i ciliegi” e aiutano i volontari anziani dell’Auser nella consegna della spesa. “Con la scuola chiusa – ricorda Nicolò – volevo almeno dare una mano a chi ne aveva bisogno. La mamma di un mio amico mi ha parlato dell’Auser e adesso è più di un mese che portiamo alimenti a casa di tanti pensionati. Per quanto mi riguarda vorrei continuare sino alla fine dell’estate”.

“Il loro aiuto è stato per noi fondamentale – osserva Falavia Ciavatta – soprattutto quando i nostri volontari non potevano svolgere questo servizio a causa del Covid. Con la loro voglia di fare e il loro entusiasmo, durante l’emergenza ci hanno anche aiutato ad alleggerire il peso di ciò che stava accadendo. In altri casi hanno segnalato situazioni di estrema fragilità che abbiamo poi passato ai servizi sociali. Tramite i social, ci teniamo tutti in contatto: volontari giovani e anziani lavorano insieme ma, soprattutto, con la soddisfazione di vedere che la rete dei servizi di solidarietà protegge oggi più persone di quanto potesse accadere prima. Proprio ciò che il vicesindaco Lisi ha definito “un aiuto pratico ma anche un segnale di vicinanza e un gesto di conforto”.