La parità di genere si fa strada

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A Città di Castello, in provincia di Perugia, il progetto – promosso dal coordinamento donne dello Spi Alto Tevere e dall’Anpi – di cambiare i nomi delle strade intitolandole a nove donne illustri della Resistenza, sindacaliste e madri costituenti può essere un esempio per cambiare la toponomastica del nostro paese, completamente dominata da figure maschili. E aiutare la società a raggiungere l’uguaglianza tra uomini e donne

Nuove rotonde stradali intitolate ad altrettante donne per ricordare che la parità di genere si può conquistare anche con la toponomastica. Accade a Città di Castello, in provincia di Perugia, dove il progetto di assegnazione delle targhe a donne che si sono distinte nella storia del nostro paese è stato redatto dagli studenti dell’istituto tecnico “Franchetti Salviani” e subito accolto dall’amministrazione comunale.

Il progetto si è poi aggiudicato il podio più alto del X concorso nazionale ‘Sulle vie della parità’, promosso dall’associazione Toponomastica femminile per le scuole di ogni ordine e grado. La proposta degli studenti tifernati – nata su impulso del coordinamento donne dello Spi Cgil Alto Tevere e dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) -prevedeva l’intitolazione di nove rotonde di Città di Castello a donne della Resistenza, sindacaliste e madri costituenti – da Nilde Iotti a Tina Anselmi, da Lidia Menapace ad Adele Bei, solo per citarne alcune – colmando il gap a sfavore delle donne nella toponomastica.

La prima targa è stata inaugurata lo scorso 8 marzo, con l’intitolazione alla politica e sindacalista Argentina Altobelli. Il 25 aprile tutte le altre, alla presenza del sindaco e degli assessori. «Il progetto, nato due anni fa – spiega la coordinatrice delle donne dello Spi, Liliana Mascolo – ha avuto una lunga fase di preparazione: gli studenti hanno analizzato le biografie e il territorio, scoprendo che soltanto il cinque per cento delle vie e delle piazze era intitolato a donne». Per la segretaria dello Spi Alto Tevere, Patrizia Venturini «questa iniziativa ha due motivazioni: coinvolgere i giovani, rendendoli partecipi e attivi rispetto al nostro passato e dare un giusto riconoscimento a donne di valore, riducendo la disuguaglianza di genere che si manifesta anche quando si intitola una strada».

Ora gli studenti del “Franchetti Salviani” stanno preparando, con il contributo del comune di Città di Castello, un depliant con le biografie delle donne a cui sono state intitolate le strade, che verrà distribuito nei centri informativi per turisti della località umbra.