La mozzarella? Quella più buona si fa in un bene confiscato alla camorra

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 Gli ottanta ettari della cooperativa “Le Terre di don Peppino Diana – Libera Terra” una volta simboleggiavano l’arroganza della camorra. Oggi sono il luogo dove si fa una buona imprenditoria sociale, sfornando un prodotto di prima qualità, tra i più apprezzati in Italia. 

Prima erano il simbolo dell’arroganza e del potere dei camorristi. Oggi, invece, quegli ottanta ettari di terreno confiscati dallo Stato in provincia di Caserta e affidati dodici anni fa alla cooperativa sociale “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” hanno segnato l’avvio di una nuova storia, e non solo per questo territorio.

Intitolata alla memoria del sacerdote ucciso dalla camorra a Casal di Principe, il 19 marzo del 1994, nel rispetto delle regole e della legalità la cooperativa è balzata agli onori della cronaca perché è qui che, insieme ad altri prodotti caseari e agricoli, si produce la mozzarella di bufala Dop più buona d’Italia.

Lo scorso anno, la cooperativa ha vinto infatti il “Mozzarella Championship”, a dimostrazione che i progetti per il riuso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, quando fatti bene, possono trasformare quello che resta dell’opprimente presenza delle mafie in un modello di imprenditoria sociale. Oggi questa speciale mozzarella è tra le migliori d’Italia.

 

Un lungo percorso. Il percorso per arrivare a questo punto è stato lungo. «La cooperativa – racconta Massimo Rocco, presidente della cooperativa e tra i soci fondatori – nasce ufficialmente il 20 settembre del 2010 a coronamento di un percorso di sensibilizzazione del territorio, grazie a un protocollo d’intesa firmato dall’associazione Libera, il comitato Don Peppe Diana e i comuni di Castel Volturno e Cancello Arnone».

“Dopo un’adeguata formazione – precisa il presidente di “Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” – la cooperativa ha avviato la propria attività. Il core business riguardava, e continua a riguardare, la produzione e valorizzazione del bene alimentare che meglio rappresenta la nostra zona: la mozzarella di bufala campana. Abbiamo mosso i primi passi grazie ai finanziamenti della Fondazione per il Sud, a cui Libera aveva proposto un progetto denominato “Mozzarella della legalità”. Quella denominazione ha riguardato il progetto iniziale. Noi l’abbiamo trasferita per finalità commerciali al prodotto che realizziamo, ed è nato lo slogan “Il giusto gusto della mozzarella a marchio Libera Terra”.

In quegli anni lo slogan faceva molto scalpore, oggi meno perché per fortuna sono tante le realtà che operano, senza scopo di lucro, nei beni confiscati. “Oggi molte imprese sociali hanno seguito il nostro esempio – spiega Rocco -. Ma l’indifferenza verso le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati è ancora molto forte e se la lasciamo fare, oggi come vent’anni fa, continuerà a proliferare la camorra”.

Solo latte riconosciuto. Il latte che si trasforma nel caseificio proviene solo da aziende selezionate presenti territorio che rispettano la legalità e i principi su cui si fonda la cooperativa.Cinque operatori, tre persone impiegate nel comparto amministrativo, due soci e il presidente della cooperativa ne costituiscono il nucleo operativo. Un terzo dei dipendenti è rappresentato da soggetti svantaggiati. Alcuni dei lavoratori sono stabili – come il capo trattorista – altri sono stagionali.

Solo per la raccolta del grano, dei legumi e per l’imballo del foraggio fornito poi agli allevatori di bufale, ci si avvale di una società in conto terzi.

Tutto il resto, a partire dall’aratura dei campi, viene svolto dagli operatori e con i mezzi di proprietà della cooperativa. Sugli ottanta ettari, divisi tra i comuni di Cancello Arnone, Carinola, Castel Volturno, Grazzanise e Pignataro Maggiore, si coltiva, usando il metodo di conduzione biologico, grano duro e tenero, farro, cece e foraggio.

Le difficoltà della pandemia. I due anni della pandemia hanno messo a dura prova la cooperativa, che ha dovuto tagliare la produzione. E la rete di negozi che commercia le produzioni è in difficoltà. Ma l’intenzione ora è di riportare il volume di affari ai livelli del pre-covid.

Nella sede del bene confiscato, a Castel Volturno – composto da cinque ettari di terreno più i locali che ospitano l’amministrazione, il caseificio e una biblioteca – è attivo il punto vendita al dettaglio di mozzarella di bufala campana Dop, mozzarella di bufala campana Dop biologica, ricotta, scamorza e scamorza biologica con il marchio Libera Terra. Ma, dietro prenotazione, sul portale online Bottega Libera Terra, i prodotti possono essere spediti in tutta Italia.