In Veneto arrivano i "primi" 800mila euro per l'invecchiamento attivo

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Dai “classici” nonni vigili alla sorveglianza dei parchi, dall’assistenza alle persone in difficoltà alla gestione degli orti pubblici. Dai corsi di formazione ai servizi di informazione per la cittadinanza: sono molte le cose che le persone anziane possono fare rendendosi utili e diventando protagonisti nella vita della comunità. E con la “nuova” legge” si prevedono in modo programmatico e organico le linee di azione da adottare per rendere concrete queste opportunità. Di Gregorio (Spi Cgil): «Soddisfatti del lavoro svolto. Gli anziani sono una risorsa per tutta la comunità».

Soddisfatti per lo stanziamento degli 800 mila euro e orgogliosi per aver contribuito in modo determinante alla stesura del disegno di legge, assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza coinvolte nel progetto. Lo Spi Cgil del Veneto, fra i più strenui promotori dell’iniziativa, accoglie con favore il sì unanime del consiglio regionale al finanziamento della legge sull’ “invecchiamento attivo”, progetto che i sindacati dei pensionati promuovono da tempo, rilevando come le persone anziane, da sempre considerate come fasce deboli della popolazione, rappresentino invece una grande risorsa per la comunità.

Dai “classici” nonni vigili alla sorveglianza dei parchi, dall’assistenza alle persone in difficoltà alla gestione degli orti pubblici, dai corsi di formazione ai servizi di informazione per la cittadinanza: sono molte le cose che le persone anziane possono fare rendendosi utili e diventando protagonisti nella vita della comunità. E con la “nuova” legge” si prevedono in modo programmatico e organico le linee di azione da adottare per rendere concrete queste opportunità.

In una società che sta sempre più invecchiando – spiega Elena Di Gregorio, segreteria generale dello Spi del Veneto – gli anziani rappresentano una risorsa e non un peso. La legge sull’invecchiamento attivo che abbiamo fortemente voluto e promosso, va nella direzione giusta. Ora la cosa importante è che le risorse vengano concretamente stanziate, non solo quest’anno, e utilizzate nei modi previsti dalla legge”.

In tale contesto, una indagine dello Spi del Veneto sull’invecchiamento della popolazione della regione, mette in evidenza la necessità di questa legge. In Veneto gli ultra sessantacinquenni sono più di un milione (esattamente 1.081.371) e rappresentano il 22,8% della popolazione totale. Rispetto al 2006 si registra un aumento del 19%. Poco meno del 60% degli over 65 è donna.

L’indice di invecchiamento – che è definito dal rapporto fra anziani (over 65) e giovanissimi (under 14) – è di 100 under 14 ogni 159 anziani (nel 2006 il rapporto era di 100 giovanissimi ogni 138 anziani).  Circa 420 mila anziani veneti sono soli perché vedovi, celibi o divorziati. Gli ultraottantenni sono più di 320 mila, il 33,7% rispetto a dieci anni prima. In prospettiva, nel 2060 il numero degli over 60 crescerà del 50%.

Il quadro tracciato dalla ricerca non si discosta molto se allargato all’Italia intera. Nel 2016, in Parlamento, sul tema è stata presentata una proposta di legge. Per ora è stato approvato in Commissione Affari sociali il disegno di legge che prevede misure per favorire l’invecchiamento attivo attraverso attività di utilità sociale e di formazione permanente. In attesa dell’ok definitivo, diverse Regioni stanno intanto legiferando, col risultato che anziani residenti nei territori “virtuosi” avranno più opportunità rispetto ai loro omologhi che vivono in realtà in cui le amministrazioni regionali non hanno dimostrato, sul tema, la stessa sensibilità.