Il diritto a essere curati: al via la ventesima Festa di LiberEtà in Basilicata

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“Il diritto ad essere curati” è il titolo del ciclo di eventi organizzato in occasione della ventiseiesima edizione della Festa di LiberEtà in programma in Basilicata il 22, il 28 settembre e il 5 ottobre rispettivamente a Senise, Matera e Potenza. Tre giornate di dibattito e confronto, che vedranno la partecipazione dei segretari nazionali Cgil Lorenzo Mazzoli e Stefano Landini e, nell’incontro di chiusura, dell’onorevole Roberto Speranza, già ministro alla Salute, del segretario generale Spi Cgil nazionale, Ivan Pedretti, e del docente universitario Giovanni Ferrarese.
Il primo appuntamento è in programma il 22 settembre alle 10 alla Casata del Lago di Senise, alla presenza del segretario nazionale Lorenzo Mazzoli. Ad aprire i lavori Pasquale Paolino, segretario provinciale dello Spi Cgil di Potenza. Nell’occasione saranno presentati i risultati della campagna di ascolto “Il diritto ad essere curati” lanciata ad aprile dallo Spi Cgil Basilicata «con l’obiettivo – spiega il segretario generale Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa – di rimettere al centro le persone e il diritto alla salute dando la parola ai lucani e capire, attraverso le loro esperienze, qual è lo stato di salute della sanità sul territorio”.
Sono oltre 4.100 le persone ascoltate nei 118 comuni compresi nei 9 Ambiti sociosanitari regionali. Secondo i primi dati, un terzo degli intervistati ha fatto ricorso a prestazioni fuori regione. Il 74,5% ritiene che il sistema sanitario pubblico lucano sia peggiorato rispetto al passato. L’87,9% ha un giudizio pessimo sulle liste di attesa.
Per Summa «l’accesso alle cure è un diritto inalienabile per la vita che dovrebbe essere garantito in modo ugualitario e universale invece di essere considerato una merce soggetta a valutazioni economiche. Un diritto riconosciuto dalla Costituzione, dalla legge e nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Tuttavia, l’accesso alle cure mediche può variare notevolmente da una regione all’altra. Come accade in Basilicata, dove spesso il diritto ad essere curati viene negato. Basta guardare i risultati della nostra campagna di ascolto: un terzo degli intervistati va fuori regione per farsi curare a causa di tempi di attesa troppo lunghi e della percezione di una migliore organizzazione delle strutture sanitarie fuori regione; quasi l’80% del campione ha dichiarato di non fidarsi della qualità dell’attuale sanità pubblica lucana e di aver fatto ricorso alle strutture private».
Il quadro che emerge dal rapporto, i cui dati completi saranno resi noti durante i tre incontri, con particolare approfondimento il 5 ottobre, ci fa capire che la Regione Basilicata, un tempo istituzione riformatrice e progressista, a causa delle politiche poco attente messe in pratica negli ultimi anni, ha subito un pericoloso arretramento della qualità e dell’accessibilità della sanità regionale. «È giunto il momento – conclude Summa – di avviare nuove sfide per garantire un accesso equo e universale alle cure mediche per tutti».
Scarica il programma del 22 settembre qui