Genova. Dal No al Si: l'Inps riconosce esposizione all'amianto, restituiti i diritti a 700 lavoratori. Spi Cgil Genova: "giustizia è fatta"

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“Questo risultato – afferma Antonio Perziano, Segretario Spi Cgil Genova – è frutto della mobilitazione dei lavoratori delle fabbriche genovesi (Ilva, Ansaldo) esposti all’amianto, una lotta durata anni condotta con tenacia, passione e determinazione.

“Finalmente la direzione centrale dell’Inps ha comunicato alla sede provinciale di Genova che le certificazioni di esposizione all’amianto devono essere riconosciute a tutti i lavoratori a cui precedentemente erano state revocate dall’Inali”. Così una nota dello Spi Cgil Genova mette la parola fine a una vicenda che per anni ha avuto come attori principali tanti lavoratori, dall’Ansaldo all’Ilva, esposti all’amianto; il mancato riconoscimento dei loro diritti, compreso il pensionamento anticipato , le aule dei tribunali e le migliaia di morti, 2.475 per mesotelioma polmonare, patologia che è il marchio di fabbrica dell’amianto, registrati a Genova dal 1994 al 2015. A questi vanno aggiunte altre 381 persone, spesso familiari a contatto con il lavoratore esposto all’amianto, come figlie e mogli, registrate come casi di malattie professionali riconducibili al contatto con l’amianto.

Con il documento emesso dalla direzione centrale dell’Inps, si passa così alla piena applicazione della legge 190 del 2014, e si riconosce il diritto al pensionamento anticipato a tutti i 700 lavoratori cui era stato negato , compresi anche i circa centoventi  operai a cui l’Autorità Giudiziaria aveva escluso l’esposizione qualificata all’amianto con sentenza passata in giudicato.

 Decisivi sono stati alcuni pronunciamenti della Corte d’Appello del Tribunale di Genova, del Ministero di Giustizia e del Lavoro che hanno affermato con nettezza che la Legge n.190 del 2014 rappresenta fonte costitutiva di un nuovo diritto e, in quanto tale, va applicata a tutti i lavoratori”.

 “Rimane un po’ di amaro in bocca – continua Perziano –  perché questo riconoscimento poteva arrivare molto prima; per troppo tempo ci siamo trovati di fronte ad una forte e ingiustificata resistenza dell’Inps che è apparsa agli occhi dei lavoratori come una vera e propria controparte negando in maniera ottusa il diritto e creando disagi e danni economici a tanti operai che sono collocati da anni in cassa integrazione e mobilità. Ora giustizia è fatta, ma il nostro impegno e la nostra mobilitazione sulla vicenda amianto a Genova e in Liguria non sono terminati“, ricorda Perziano.

“Ora che si è sgonfiato il “teorema” della grande truffa – ricorda il segretario dello Spi Cgil Genova –, come purtroppo testimoniano i dati tragici delle morti per esposizione all’amianto che hanno colpito tanti lavoratori nelle fabbriche, sollecitiamo la magistratura a risalire alle responsabilità di quanti hanno contribuito a questa mattanza, omettendo di informare correttamente sull’esistenza del rischio amianto e non applicando i presidi infortunistici necessari a una corretta prevenzione. È da tempo  –conclude Perziano – che Cgil e Fiom hanno presentato alcuni esposti alla Procura di Genova per avviare una indagine in tal senso. Inoltre, intendiamo chiamare anche le istituzioni a discutere sul come affrontare le tante problematiche legate alla questione amianto che rappresenta un grosso e spinoso problema che rimane colpevolmente nascosto all’opinione pubblica e ai cittadini: eppure l’amianto continua ad uccidere nei posti di lavoro e anche nei cosiddetti “civili”.