L’impennata dei prezzi di energia e gas mettono in difficoltà anche le amministrazioni locali che potrebbero essere costrette a tagliare presto servizi essenziali. Secondo l’Anci, più di mille comuni sono già in difficoltà finanziaria. Servirebbe un miliardo di risorse aggiuntive per sostenere le amministrazioni.
Per i comuni resistere al caro bollette, senza tagliare i servizi essenziali, potrebbe presto diventare uno sforzo insostenibile. Ridurre o spegnere le luminarie natalizie potrebbe quindi non bastare.
Secondo l’Anci, l’associazione dei comuni, almeno il 15 per cento delle amministrazione locali è in difficoltà finanziaria, e potrebbero non sopportare l’aumento indiscriminato di gas ed elettricità. In termini assoluti, parliamo di più di mille comune che non potrebbero reggere l’urto degli accresciuti costi energetici.
Va osservato che le differenze tra amministrazioni sono notevoli ed è difficile stabilire l’esatta incidenza dell’impennata dei prezzi di gas ed energia: pesano l’estensione del comune, il tipo di servizi offerto ai cittadini, la collocazione territoriale. Ad esempio al Sud, per ragioni climatiche il costo del riscaldamento può essere significativamente inferiore a un comune del Nord, e le grandi città sono senz’altro più penalizzate perché hanno servizi costosi come tram e metropolitane, musei, teatri, piscine comunali e palazzetti dello sport.
L’Anci calcola che i costi energetici siano schizzati da un 40-50 per cento in più per alcuni comuni a 3-400 per cento per chi sta messo peggio. “La situazione è drammatica, il governo uscente e quello entrante collaborino per trovare una soluzione”, ha detto il sindaco di Pesaro nonché vicepresidente dell’Anci, Matteo Ricci. Secondo le stime dell’Associazione dei comuni servirebbe almeno un miliardo di risorse aggiuntive per sostenere i comuni.
“Contro il caro bollette come comuni chiederemo al prossimo Governo, una volta insediato, uno stanziamento di 200 milioni da inserire nel dl aiuti quater, poi in legge di bilancio chiederemo lo stanziamento di 800 milioni che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali”, ha riferito il delegato alla finanza locale dell’Anci, Alessandro Canelli.
Già ora alcune amministrazioni stanno pensando di tagliare le forniture, come ad esempio accade a Torino. Il sindaco Stefano Lo Russo si è detto pronto a spegnere la Mole antonelliana di notte. Uno scenario che potrebbe presto diventare usuale in molte altre città, se le cose dovessero peggiorare.