Bolletta via internet. Quanto risparmiamo?

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PAPERS, MONEY, CALCULATOR AND PENCIL

Luce, gas, acqua: da quello che ci raccontano i fornitori, la bolletta elettronica è una soluzione più rispettosa dell’ambiente rispetto alle tradizionali fatture. Parte integrante del processo di dematerializzazione dei documenti cartacei, la bolletta on line – quella che arriva via e-mail nella nostra casella di posta elettronica, anziché per posta tradizionale – viene proposta come una soluzione ai problemi ecologici del pianeta con tutta una serie di vantaggi. Sarà davvero così?

Fruibile con tablet e smartphone, economica – perché senza spese di spedizione –, veloce, di comoda archiviazione, verde perché fa risparmiare carta e quindi alberi, acqua e carburante, la bolletta elettronica ci viene presentata così. Di fronte a tonnellate di carta stampata ogni giorno, è del tutto naturale che la trasformazione del mondo materiale in digitale, ci offra un’alternativa pulita.

Ma guardiamo più da vicino la realtà dei fatti. Dal mittente al destinatario, dalla fabbricazione dei computer al funzionamento dei centri raccolta dati, dalla conservazione digitale dei dati all’energia consumata, il ciclo di vita di un’e-mail è stato sviscerato dal Centro nazionale della ricerca scientifica francese (Cnrs). Ed ecco che l’impatto ambientale di un’e-mail è tutt’altro che neutro. Dipende però dall’utente: la bolletta elettronica sarà meno inquinante se non viene mai stampata e se la consultazione in linea dura meno di trenta minuti. Se la fattura cartacea non risparmia il pianeta a causa della stampa e del trasporto, gli strumenti informatici di ricezione di noi utenti finali e quelli dei fornitori di accesso alla rete (server, data center eccetera) sono mezzi che di energia ne consumano parecchia. Numeri alla mano: l’insieme di tutte le operazioni necessarie all’invio e alla  ricezione di un corriere elettronico, allegati compresi, consuma quasi come una lampada di 60 watt accesa per 25 minuti. È stato calcolato che un impiegato riceve mediamente 58 e-mail al giorno e ne manda circa 33, emettendo così l’equivalente di 13,6 tonnellate di CO2, come se facessimo tredici volte andata e ritorno Roma-New York.

Ancora più preoccupante il fatto che le materie prime necessarie alla fabbricazione di tablet e smartphone (plastica e litio delle batterie) vengono poco o male riciclate. Allora forse, dietro l’invito a passare alla bolletta elettronica, ci sono più motivazioni economiche che ecologiche. Perché sono le aziende a guadagnarci, risparmiando sulle spese d’invio e facendo ricadere i costi della ricezione, della lettura, dello stoccaggio ed eventualmente della stampa – perché non pochi la stampano comunque la bolletta elettronica – su noi tutti.