Assisi, un campo per la pace e il dialogo

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Nella cittadella della Procivitate, il campo di Estate Liberi! ha raccolto 28 ragazzi dall’Italia e dall’estero. Una settimana ricca di appuntamenti e di dibattiti per dire che il dialogo è possibile. I giovani lavorano per rigenerare la biblioteca dell’associazione cristiana

Ventotto ragazzi dai 18 ai 25 anni, provenienti da più parti di Italia e dall’estero per, partecipano, ad Assisi, al campo di Estate Liberi! che si tiene questa volta non in un bene confiscato, ma nella cosiddetta “Cittadella dell’ospitalità” situata nella città di San Francesco, da sempre luogo di culto e di impegno per la pace e il dialogo.

La Cittadella di Assisi è sede della Pro Civitate Christiana, un’associazione fondata nel 1939 da don Giovanni Rossi con un gruppo di laici, donne e uomini, disposti a impegnare la propria vita per la causa del Vangelo, in dialogo costante con le varie componenti della cultura e della vita sociale, e con gli ambienti più lontani da una fede esplicita.

Il campo si tiene in questa cornice. È la pace il tema principale di questo evento che si tiene da lunedì 7 agosto a domenica 13.

A organizzarlo, oltre alla Pro Civitate Christiana, l’associazione Libera (sezione Internazionale) con il sostegno attivo dello Spi Cgil Umbria.

 

La “rigenerazione” della biblioteca

Speciale il compito a cui sono stati chiamati i giovani del campo: “rigenerare” la Libreria della cittadella con lavori di muratura, di restauro e di sistemazione dell’archivio che contiene migliaia di libri di pregio, molti dei quali antichissimi.

La libreria è il posto dove conoscere e acquistare le pubblicazioni della Cittadella Editrice, libri e riproduzioni d’arte, oltre a poter consultare la rivista della Pro Civitate “Rocca”. La Cittadella ospita anche una galleria d’arte e un teatro.

Le iniziative, tra memoria e impegno attivo

Sette giorni ricchi di appuntamenti e dibattiti che vertono sulla memoria e il recupero dei beni confiscati, su diritti e lavoro, immigrazione, disarmo e opposizione alla guerra, con ospiti di rilievo.

Come Francesca Vignola, che ha ricordato l’impegno fattivo che profusero gli abitanti della città di Assisi per salvare la vita di trecento ebrei durante la Seconda Guerra mondiale.

All’evento parteciperà anche padre Tonino dall’Olio, presidente della Pro Civitate, a lungo referente di Libera per il settore Internazionale e uno dei fondatori della Rete per il disarmo. Parlerà di pace in un incontro che ha per titolo “Cosa si può fare in un contesto di guerra?”.

Per i diritti e il lavoro

Nei giorno scorsi, si è discusso di diritti e lavoro in un dibattito dal titolo “Immigrazione, problema o opportunità”, a cui hanno preso parte la segretaria nazionale dello Spi Cgil, Claudia Carlino, la volontaria della Caritas Sara Panzino e Andrea Farinelli della segreteria della Cgil Umbria.

Tuccu Ghebreigziabiher Selemawit, rifugiata eritrea accolta dalla Caritas ad Assisi dal 2019 grazie a un corridoio umanitario, ha raccontato le difficoltà che oggi i migranti sono costretti ad affrontare per inserirsi nella società italiana.

La sua è una storia di integrazione, non senza problemi. Tuccu ha raccontato di come sia stato difficile per la figlia disabile accedere alla sanità pubblica.

Carlino ha insistito sul legame tra immigrazione e lavoro: «Il lavoro è centrale – ha spiegato – come momento di riscatto e strumento per offrire pari opportunità a chi affronta viaggi difficili in cerca di un futuro migliore ed è un mezzo necessario per l’affermazione di una vera giustizia sociale».

«Un diritto di cittadinanza riconosciuto dalla nostra Costituzione, ma che spesso viene negato agli immigrati. Che sappiamo essere presenti in molti settori economici, dall’edilizia all’agricoltura, determinanti, necessari, eppure questo non viene riconosciuto».

La segretaria nazionale dello Spi Cgil ha anche ricordato la manifestazione del 7 ottobre, che avrà al centro non solo il lavoro e la lotta alla precarietà, ma anche la difesa e l’attuazione della Costituzione che all’articolo 10 si conforma al diritto internazionale, e quindi a quel dovere di accoglienza, nei confronti di chi fugge dalle guerre e che spesso rimane disatteso.

Per Farinelli, responsabile organizzazione dello Spi regionale, «pensare che quella dei migranti sia un’invasione non corrisponde affatto alla realtà e i numeri lo confermano».