Assembla delle leghe Spi Cgil. Sempre più vicini alle persone

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Una giornata all’insegna della voglia di cambiare, rinnovarsi, dare il proprio contributo per il futuro che verrà. Si può sintetizzare così l’Assemblea delle delegate e dei delegati delle leghe Spi della Cgil che si è da poco conclusa a Cattolica, in provincia di Rimini. Primo appuntamento del post pandemia. Più di mille persone si sono ritrovate finalmente in presenza per celebrare un momento importante di confronto e per definire insieme le prospettive d’azione dei prossimi mesi.


Le sfide del sindacato

Le leghe del sindacato pensionati della Cgil, che sono il presidio più diffuso sul territorio della Cgil, sono 1500 in tutta Italia e sono un punto di riferimento fondamentale per tante cittadini e cittadini, anziani in primis, ma non solo. Oggi volontari e attivisti delle leghe dello Spi si sono alternati sul palco raccontando la loro esperienza sul campo ma anche le difficoltà di questi quasi due lunghi anni di pandemia. Insieme a loro il segretario generale dello Spi Ivan Pedretti, che ha aperto i lavori, e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che ha concluso, sintonizzati sulla necessità di puntare sul territorio, rafforzare la presenza del sindacato tra le persone e nei luoghi del lavoro, convinti della necessità di attuare rapidamente significative riforme: dalla sanità alla non autosufficienza, dalle pensioni all’emergenza ambientale, dal fisco alla tutela dei diritti dei lavoratori. Ma convinti anche del fatto che sulle modalità di impiego delle risorse del Pnrr i sindacati debbano essere coinvolti di più.


Vaccini

Altrettanto chiara la posizione sull’obbligo vaccinale, per il quale la Cgil tutta si sta battendo da mesi. Pedretti nel suo intervento ha ribadito quanto il sindacato dei pensionati della Cgil sia da sempre impegnato a favore dei vaccini, antifluenzali in primis: “Facciamo da anni campagne di sensibilizzazione, assemblee, e molto altro, ben prima che arrivasse il Covid. Continuiamo a farlo ora. I vaccini sono indispensabili”, ha ribadito alzando un cartello che recita “Vaccini sì”, seguito immediatamente da una scenografica platea che ha sollevato in contemporanea lo stesso cartello. “Non si deve spaccare il paese tra chi si è vaccinato e chi non lo ha fatto. Chiediamo alla politica di assumersi delle precise responsabilità, senza penalizzare i lavoratori”. Anche Landini, in conclusione dell’assemblea, è stato molto chiaro su questo punto ribadendo che “l’obbligatorietà del vaccino è l’unica strada per non dividere i lavoratori”.


Medicina del territorio e legge sulla non autosufficienza

Ivan Pedretti, che oggi ha rilasciato un’intervista al Manifesto (che si può leggere qui), ha voluto l’Assemblea delle leghe Spi come un momento per definire le prospettive di azione, sul fronte sanitario innanzitutto. “C’è bisogno oggi in Italia di una diversa politica della domiciliarità e dell’assistenza del territorio. Le risorse del Pnrr vanno usate per ricostruire servizi territoriali a sostegno delle persone più fragili, in una popolazione che invecchia”. E ha aggiunto quanto sia centrale in questa partita la legge sulla non autosufficienza: “Vorremmo capire a che punto è il lavoro delle commissioni perché vorremmo che venisse approvata entro la legislatura. Se la risposta non ci sarà, per noi la risposta più vera è quella della mobilitazione. È una riforma essenziale per la vita del paese”.


Il lavoro dei nipoti

E poi c’è il mercato del lavoro: “I nostri figli non stanno bene. Hanno lavori precari e mal pagati, dobbiamo dare risposte per nuovi diritti. Dobbiamo dargli un lavoro stabile. Abbiamo bisogno di lavoro professionalmente più formato e ben pagato”.

Lo dice in altri termini, parlando di mercato del lavoro, anche Landini, che cita Di Vittorio: “Di Vittorio diceva che il sindacato deve impedire che le persone che hanno bisogno di lavorare per poter vivere debbano farlo competendo tra di loro. Tutti devono avere gli stessi diritti”.

Pedretti ricorda anche quanto per lo Spi sia importante il patto intergenerazionale tra giovani e anziani, nonni e nipoti: “Non romperemo mai con i nostri ragazzi. Terremo sempre la barra unita tra chi sta in pensione e chi vuole diritti”.


Pensioni

E poi ci sono le pensioni. “Serve una nuova vera riforma previdenziale che superi la Fornero e consenta a donne e lavoratori che fanno lavori usuranti di andare in pensione prima. Come serve una pensione di garanzia per le nuove generazioni sostenuta dalla fiscalità generale”.

Ma c’è anche il blocco delle rivalutazioni, che lo Spi reputa inaccettabile, “anche fosse di un solo euro”. E poi l’allargamento della platea di chi ha diritto alla quattordicesima. “Ci dicono che siamo egoisti”, ha detto Pedretti. “Eppure l’85 per cento dei pensionati in Italia sta tra i 600 e i 1000 euro. Come può essere egoista una persona con mille euro che magari deve aiutare anche la propria famiglia?”.

Serve solidarietà dunque. “Solo così si può garantire un sistema pensionistico universale. Non può passare l’idea che ognuno possa fare da sé”, ha detto Landini.


Fisco

E ancora, la riforma del fisco. “Bisogna far pagare chi ha di più, basta con le flat tax”, ha aggiunto il segretario dei pensionati Cgil aprendo poi a un altro tempo assolutamente cruciale: l’emergenza climatica. Tema che sta molto a cuore allo Spi e che Pedretti ha illustrato intrecciandolo con la necessità di ripensare il modello di sviluppo, con la produzione di energia alternativa, con il dissesto idrogeologico che affligge molto anche il nostro paese, con la necessità di cambiare anche gli stili di vita, come pure il modo di consumare e di mangiare. “Tutto si tiene assieme, la sfida è ampia e complessa. Ma è un tema che dobbiamo porre al centro delle nostre iniziative e delle piattaforme territoriali. Se vivo meglio, spendo meglio in spese mediche e welfare, vivo meglio e faccio spendere meno a tutto il sistema”, ha concluso.


La politica

Infine, la politica, che va sferzata. “Serve una nuova politica che guardi al territorio, che sia vicina alle persone”, ha detto Pedretti. Ma alla politica il sindacato chiede anche altro. Lo ha spiegato bene Landini nel suo intervento conclusivo: “Si stanno prendendo le decisioni, e il mondo sindacale non viene coinvolto. Non è un problema di metodo ma di merito e di sostanza. Lo dico rivendicando la responsabilità che abbiamo e la volontà di essere un soggetto che vuole partecipare alle scelte importanti che vengono prese in questo momento”.


Il sindacato del futuro

Anche per questo serve un nuovo grande sindacato generale. “Siamo in cammino, sarà lunga e complessa ma la dovremo fare”, ha detto il segretario generale dello Spi. “Un sindacato che deve essere più confederale, per affrontare tutti i cambiamenti che abbiamo di fronte”. Per spiegare meglio qual è la sfida che il sindacato è chiamato a compiere Pedretti richiama Di Vittorio che diceva: “Se i contadini sono nei campi, i sindacalisti devono andare nei campi. E allora noi diciamo che se i pensionati, i lavoratori, sono nel territorio, i sindacalisti vadano nel territorio”.

Il sindacato deve fare la sua parte dunque, il sindacato tutto. “Serve un cambio di prospettiva”, dice Landini. “Dobbiamo innanzitutto coinvolgere di più i delegati nelle nostre attività e nelle decisioni che prendiamo. Dobbiamo pensare in maniera sempre più confederale, tenendo unito tutto il mercato del lavoro, e non singole categorie di lavoratori. Le differenze vanno valorizzate e armonizzate ma non acuite”, ha precisato il segretario generale della Cgil. “Non dobbiamo più chiederci cosa debbano fare i delegati o i rappresentanti di lega. Dobbiamo chiederci: cosa serve ai delegati o alle leghe Spi perché possano lavorare al meglio?”.

E nell’ottica di un sindacato generale che sappia rappresentare tutti e dialogare sempre meglio anche al suo interno, Landini lancia una proposta: “dobbiamo favorire momenti di scambio tra categorie. Potremmo pensare a assemblee territoriali che coinvolgano tutti, per confrontarsi in maniera diversa sui temi, le scelte da fare nella contrattazione territoriale, poter entrare insieme nel merito delle questioni”, ha spiegato Landini. “È questa è la nostra forza, tenere unito il mondo del lavoro. Dobbiamo trovare una sintesi che metta al centro la persona”.


Le testimonianze delle leghe

Dunque nel sindacato del futuro c’è anche l’azione quotidiana che giorno dopo giorno attivisti e volontari dello Spi conducono sul territorio rimboccandosi le maniche e animando l’attività sindacale in tutta Italia, da Nord a Sud.

Come accade a Erbé, tra Como e Lecco. Lo racconta Mariateresa Bertelé che dice “dobbiamo essere in grado di intercettare le persone, soprattutto gli anziani, anche per capirne bene i loro bisogni. Ma per farlo siamo chiamati a imparare sempre meglio come usare le tecnologie”. Come pure è importante lo scambio, “sia dei problemi che delle buone pratiche”, aggiunge Patrizia Venturini della lega dell’Alto Tevere. “E fondamentale fare contrattazione territoriale lavorando sempre insieme a Cisl e Uil, e con le istituzioni mentre sarebbe utile poter dialogare di più anche con le realtà produttive del territorio”. Quel che è certo è che serve una visione di rete: “serve un’azione globale, perché globali sono le sfide, il mondo è sempre più interconnesso e dobbiamo esserlo anche noi”, ha concluso Venturini.

Un’altra voce arriva da Bagnoli, sede dell’ex Italsider. È quella di Salvatore Sannino, che esplicita la sua grande emozione nel salire sul palco e ritrovarsi insieme dopo così tanto tempo di incontri virtuali a distanza. Quella di Bagnoli è una sede inaugurata nel 2018 “Perché lo Spi e la Cgil voluto consegnare ai cittadini un presidio di democrazia per tutti”.

Maura Morelli da Alfonsine, in provincia di Ravenna aggiunge: “il sindacato non è solo erogazione di servizi”. Ma è anche condivisione di valori, di visioni, di prospettive. “Da questo punto di vista il mensile dello Spi, LiberEtà, rappresenta uno strumento fondamentale. Per questo abbiamo deciso di diffonderlo in maniera capillare facendo anche un porta a porta, come si faceva una volta”. Quando si dice “stare sul territorio”. “Dobbiamo riappropriarci della capacità di fare relazione. E non dobbiamo smettere mai di sognare”, ha concluso Maura.

E relazioni sono anche quelle dello Spi con i tanti, quindici, municipi di Roma. A raccontarlo è Bianca Gennaro, della quarta lega Spi di Roma. “Nel mio comprensorio di Rieti, Roma est e Valle dell’Aniene abbiamo ben 93 sedi”, spiega. “Attraversiamo anche tanti quartieri con forte disagio sociale come San Basilio, grande piazza di spaccio, e come Tor Bella Monaca, o Pietralata, il quartiere dei Ragazzi di vita di Pasolini. Le sedi delle nostre leghe affacciano tutte sulla strada, a stretto contatto con i cittadini”.

E Nicola Gemello, dalla lega di Nociglia provincia di Lecce, ricorda quanto sia importante dialogare con tutti e raccogliere sempre i bisogni delle persone, “anche per intercettare chi non ha mai avuto a che fare con noi”. E sottolinea quanto sia importante l’attività che in Puglia, come nel resto d’Italia, si conduce da anni con successo sul controllo delle pensioni, che consente a tanti cittadini di recuperare somme importanti che l’Inps non ha versato.

“La lega Spi è un’esperienza di vita e di vissuto e un sostegno di prossimità”, ha aggiunto Pina Lontri, lega di Santa Teresa, provincia di Messina. “La nostra utenza che ha fame di diritti e di conoscenza, a volte va quasi condotta per mano”.

“Cerchiamo di dare risposte utili, precise e veloci”, le fa eco Luisa Dal Brollo, della lega di Treviso. “Non c’è sostantivo più bello di partecipazione che è anche sinonimo di libertà e in nome di questo noi ci siamo”, dice.

E la libertà si apprende a scuola, dove è importante che il sindacato sia presente, incontrando i ragazzi. A dirlo è Daniela Oberto della lega di Ivrea, in provincia di Torino, che ricorda anche quanto sia importante con tutti i mezzi una medicina territoriale: “la pandemia ci ha messo di fronte alla necessità di superare la sanità incentrata solo sugli ospedali”.


La battaglia per la legalità

E dal territorio le leghe Spi danno un importante contributo anche alla battaglia contro le mafie, centrale nell’azione politica del sindacato dei pensionati della Cgil che da dieci anni partecipa ai campi della legalità di Arci e Libera fornendo un supporto fondamentale, promuovendo iniziative formative, assumendo un ruolo di primo piano nell’azione dell’antimafia sociale, in un dialogo serrato con le istituzioni, le prefetture, l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Un video proiettato durante l’Assemblea di oggi ha mostrato alcune esperienze nei campi della legalità di quest’anno. Grazie all’impegno dei tanti volontari coinvolti, le attività dei campi hanno ripreso in estate dopo un anno di sosta a causa della pandemia.