Premio generazioni 2011 alle donne dell’Omsa

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La Giuria ha assegnato all’unanimità il primo premio al “Progetto Omsa” ideato da Andrea Valdinocci per il Teatro Due Mondi di Faenza, diretto da Alberto Grilli.
Il progetto è partito nel 2010 da una domanda: che cosa può fare un gruppo di teatranti per le 350 operaie dell’Omsa in procinto di essere licenziate, perché la fabbrica delocalizza la propria produzione wholesale nfl jersey China in Serbia?
L’idea è stata quella di organizzare un laboratorio teatrale con le donne dell’Omsa.  “E cosa dovremmo fare in questo laboratorio?” chiedevano le operaie.  “Solo essere voi stesse – rispondevano i teatranti del Due Mondi. – Le vostre storie saranno il centro del lavoro teatrale”. Dopo qualche giorno si sono iscritte in trenta, dicendo: “Ormai abbiamo fatto di tutto, proviamo anche con il teatro, tanto la faccia ce la siamo già giocata”.
La conduzione del laboratorio è stata affidata a una compagnia francese: il Théâtre de l’Unité, esperta in spettacoli di strada e azioni performative nelle piazze. E proprio su interventi urbani inaspettati e senza alcun preavviso per la cittadinanza si è basato il lavoro di Hervée de Lafond e Jacques Livchine, direttori artistici della compagnia francese. 
Le operaie dell’Omsa, insieme agli altri partecipanti al laboratorio venuti da diverse città romagnole e italiane e ad alcuni attori del Teatro Due Mondi, autodenominatisi Brigate Teatrali, tutti colorati di una divisa rossa, hanno fatto incursioni spettacolari nelle strade e nel centro storico di Faenza.
Da quella prima esperienza, le Brigate Teatrali sono state riproposte a Brescia, a Ravenna, a Genova e a Mantova. Sull’intera esperienza è stato girato un film-documentario, dal titolo “Al lavoro!”, per la regia di Lisa Tormena, prodotto nel 2011 e distribuito in mille copie per l’home-video.
Sul sito www.teatroduemondi.it si può trovare una ricca documentazione delle varie fasi del progetto, compresi numerosi trailer video.
L’arte come veicolo di diritti e di memoria, insomma. Certo, il teatro non servirà a ridare il lavoro a chi l’ha perso, ma potrà aiutare a vincere la solitudine e la paura.

I trenta progetti del Premio 2011
Nel 2011 hanno concorso al premio otto progetti didattici realizzati nella scuola dell’obbligo su vari temi: l’Olocausto, la pubblicità di genere, il lavoro femminile, l’impegno antimafia e i 150 anni dall’Unità d’Italia.
C’erano poi due progetti universitari (uno condotto a Bologna, l’altro a Trento) e https://wholesale.sports-jersey.co un laboratorio didattico per la terza età tenutosi a Roma.
Ben quattordici i progetti teatrali giunti alla selezione; andavano dai laboratori con giovani allievi-attori sul tema del lavoro precario, a ricostruzioni di arti e mestieri contadini, e poi c’era uno spettacolo sulla chiusura dei manicomi, un altro sulle condizioni del sottoproletariato in un quartiere periferico di Roma, un lavoro di danza e uno di narrazione entrambi sulle morti bianche, un progetto di recupero della memoria e di lotta accanto ai lavoratori della Fiat di Pomigliano, nonché la raccolta delle memorie di cittadini che vivono lungo il fiume Esino, nelle Marche, e la successiva teatralizzazione delle stesse.
Infine, c’erano quattro racconti scritti da autori singoli che però ricostruivano le vicende dei propri paesi e un video di memorie famigliari.

Due segnalazioni
Segnalazioni speciali al video “Storia della famiglia Smargiassi” dove si raccontano le vicende dei coniugi Smargiassi, che dall’Abruzzo sono emigrati in Australia.
L’idea di realizzare un video è nata nel 2004, quando si celebravano i cinquanta anni dall’emigrazione della famiglia. Infatti era il 1954 quando papà Giuseppe, mamma Consiglia e i cinque figli, tra cui Franco, autore del documentario, lasciarono Vasto per raggiungere Perth. Mettendo insieme le voci dei protagonisti – che ormai parlano in un impasto di abruzzese e australiano –, le foto di famiglia, le immagini video recuperate negli archivi pubblici, Franco Smargiassi ha realizzato un lavoro di oltre un’ora, di ottima fattura professionale e pieno di delicata umanità.
L’altra segnalazione è andata al progetto scolastico realizzato dalla quinta classe di un liceo della bassa mantovana, sotto la giuda della professoressa Paola Longari. Il cuore dell’azione sono le interviste alle due sorelle di Walter Ghidini, un patriota ucciso dai fascisti nel 1944, nonché a varie persone che lo conobbero prima della sua morte. Il percorso si conclude con una viaggio ad Auschwitz sul treno della memoria. Rispetto ad altri lavori simili, la Giuria è stata colpita dall’articolazione della ricerca, che parte dallo specifico di un avvenimento territoriale per poi allargarsi alla tragedia generale nonché dal personale e originale punto di vista che i ragazzi hanno sviluppato intorno al dramma dell’Olocausto.
In generale, va segnalata l’attenta partecipazione del territorio mantovano a questa edizione del Premio Generazioni, con sette progetti provenienti da quell’area.