Spi e Caritas insieme per assistere anziani e immigrati

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Roma, quartiere africano. Alta densità abitativa. Tantissimi anziani. Non tutti sanno che possono rivolgersi allo Spi per sbrigare pratiche burocratiche, avere chiarimenti sulla propria pensione, presentare il modello Red piuttosto che scoprire se non ci siano per caso somme da recuperare che l’Inps non ha versato. Ci pensa la parrocchia di Santa Maria Goretti a segnalare ai tanti anziani che la frequentano che esistono i volontari dello Spi a dare una mano.

Lo Spi, dal canto suo, offre il lavoro volontario di tanti pensionati ex professori di scuola per insegnare l’italiano ai sempre più numerosi stranieri che si rivolgono alla parrocchia in cerca di punti di riferimento e assistenza.

Un’alleanza strategica che lo Spi Cgil di Roma e Lazio, la parrocchia e la Caritas hanno voluto fortemente. Un accordo preciso basato sul dialogo e fatto di azioni concrete che aiutano gruppi di persone con bisogni ed esigenze diverse. Tenere uniti gli anziani da una parte e gli immigrati dall’altra significa lavorare fattivamente per creare coesione sociale, favorire l’integrazione (non solo tra cittadini, ma anche tra servizi) e, infine, combattere concretamente la povertà.

Come ci spiega il segretario generale dello Spi di Roma e Lazio Ernesto Rocchi, “a Roma la situazione povertà è sempre più emergenziale. Noi vogliamo fare la differenza e aiutare i più deboli. Per questo l’iniziativa che abbiamo definito insieme alla Caritas è davvero molto importante”. Rocchi sottolinea però come il grande assente in questo processo sia il Comune di Roma. “Il Comune – ci spiega Rocchi – si era impegnato a svolgere un ruolo importante nella definizione di politiche di lotta alla povertà. Avrebbe dovuto aprire un tavolo con tutti i soggetti presenti sul territorio, sindacati inclusi. A oggi il tavolo non è mai stato convocato”.