Veneto. Il futuro del diritto alla salute

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Il diritto alla salute assicurato dal sistema pubblico socio-sanitario è un fattore fondamentale della cittadinanza sociale. In alcune regioni d’Italia si sta dando attuazione a Piani socio-sanitari che dovrebbero riordinare l’offerta sanitaria per creare servizi sempre più vicini ai cittadini e garantire una continuità maggiore tra ospedali e presìdi nel territorio.

È accaduto anche in Veneto, alle prese con un Piano avviato nel 2012, che si sarebbe dovuto concludere quest’anno ma che verrà prorogato fino al 2019, con l’obiettivo di integrare le cure sanitarie e le reti di assistenza territoriale, garantendo cure adeguate ai cittadini più deboli, anziani in primis. Allora a che punto siamo? Nel frattempo è stata approvata una legge regionale. Ora i sindacati vogliono fare chiarezza e riflettere sulle criticità ma anche sugli aspetti positivi.

Per fare il punto, per analizzare ciò che è stato fatto e pianificare interventi futuri, i sindacati di Padova (Cgil, Fp Cgil, Filcams Cgil, Spi Cgil) si sono dati appuntamento sabato 17 febbraio a Padova presso la Sala della Carità in Via San Francesco 61. “Per il diritto alla salute nel territorio padovano” è il titolo dell’iniziativa durante la quale verrà presentata anche la ricerca dell’Ires Veneto sul sistema socio-sanitario padovano e regionale.

Nel corso di questi sei anni si è data attuazione ad alcune trasformazioni, con l’accordo dei sindacati, che hanno condiviso il Piano. Poi con la legge regionale del 2016 (entrata in vigore il 1° gennaio 2017) è stata creata una nuova azienda sanitaria, la Ulss euganea, che unifica tre Ulss preesistenti, con un bacino di un milione di abitanti. Quali sono state le ripercussioni? Quali i benefici? Come sono migliorate le prestazioni e le cure per i pazienti? Quali ancora le criticità? Sul piatto ci sono ancora problemi irrisolti, dovuti alle difficoltà di integrare diverse culture organizzative e di formulare risposte adeguate per territori assai diversi tra di loro.

Restano dunque ancora molte cose da fare e i sindacati sono intenzionati a dare il proprio contributo in termini di idee, proposte, rivendicazioni. Perché, come dichiara Ivana Fogo, dello Spi Cgil di Padova, “bisogna valutare come sta andando l’integrazione tra le tre aziende sanitarie confluite in una Ulss unica. Perché questa integrazione non deve compromettere il processo di integrazione dell’assistenza tra strutture ospedaliere e servizi territoriali che restano l’obiettivo principale del Piano socio sanitario regionale”. Già, perché la programmazione regionale si deve basare sulla “presa in carico” del paziente e sulla continuità delle cure con grande attenzione all’erogazione dei servizi e alle strutture territoriali.

Non è un caso che siano coinvolti rappresentanti dei lavoratori pubblici e dei servizi e il sindacato dei pensionati. Sì, perché la qualità del lavoro degli operatori e la valorizzazione delle migliori esperienze divengono centrali per l’efficacia della riorganizzazione, in dialogo gli anziani e con lo spettro differenziato dei loro bisogni.

Se il ricovero diventa solo uno degli strumenti a disposizione, ma non il solo, ciò vuol dire non solo poter essere vicino ai cittadini anche in altre forme e con altre modalità più adeguate ai vari bisogni, ma significa anche contribuire a un risparmio ingente di risorse, soprattutto quando il ricovero non è necessario ma non si hanno a disposizione altri mezzi. I servizi sul territorio da questo punto di vista assumono un’importanza fondamentale. Vecchie e nuove domande di salute, unite a esigenze di razionalizzazione e contenimento dei costi, indicano in tale integrazione la frontiera su cui investire.

Alla presentazione della ricerca dell’Ires Veneto seguirà una tavola rotonda con il prof. Rebba dell’Università di Padova, il dott. Flor, Direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova, la dott.ssa Carraro, Direttore dei Servizi socio-sanitari dell’Ulss 6 euganea, Serena Sorrentino, Segretaria generale Fp Cgil, Ivan Pedretti, Segretario generale Spi Cgil e Christian Ferrari, Segretario generale della Cgil Veneto.