Roma, gli studenti del Liceo Sarandì maestri di street art per gli anziani del Tufello 

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Avvicinare gli anziani all’arte urbana attraverso il loro coinvolgimento diretto. Questo l’obbiettivo di “Periferie, anziani e arte urbana”, progetto che, attraverso la street art realizzata a Roma da anziani e giovani, chiama in causa i temi della socialità, dell’uso del territorio, del risanamento delle periferie e del rapporto intergenerazionale.

Verrà inaugurato il 9 marzo dalla terza lega Spi Cgil Rieti-Roma Est-Valle dell’Aniene e dal Liceo artistico istruzione professionale Sarandì. Appuntamento alle ore 15, all’interno di alcuni edifici Ater di via Capraia, nel quartiere Tufello, legato a doppio filo alla storia delle periferie romane. Il progetto verrà presentato da Ivan Pedretti, Segretario generale SpiCgil, Daniela Falcone, Segretaria generale III lega Spi Cgil Tufello, Daniela Crestini, dirigente scolastico Liceo artistico Sarandì e Michele Azzola, Segretario generale Cgil Roma e Lazio.

Si parte dal presupposto di abbattere gli stereotipi che considerano l’arte di strada, conosciuta come street art, come una forma di arte secondaria il cui scopo è imbrattare i muri.  L’idea è di costruire veri e propri laboratori artistici dove far incontrare giovani studenti del Liceo Sarandì e anziani del quartiere, coinvolgendoli in un vero e proprio progetto artistico.

Oltre a esporre il loro concetto di arte urbana, i giovani insegneranno agli anziani le tecniche di pittura murale col fine di migliorare e valorizzare alcune zone grigie e degradate del quartiere.

“60 e + Arte urbana” rientra tra le iniziative rivolte all’invecchiamento attivo , promosse dal Sindacato pensionati italiani Cgil.

Il progetto verrà realizzato in un’area adibita a stenditoio condominiale, risanata e riqualificata dallo stesso Spi Cgil, all’interno di alcuni edifici Ater di via Capraia.

Tufello, periferia storica di Roma. Il Tufello è un zona di Roma nata su un altopiano formato da collinette di tufo da cui trae origine il nome del  quartiere. Il nucleo urbano storico fu costruito per i rimpatriati soprattutto dalla Francia ed è formato da case a tre e quattro piani con alloggi di circa 60 mq. Il ”quartiere dei Francesi”, come veniva chiamato fino a non molti anni fa, fu ufficialmente inaugurato nel 1940, ma il resto dei lavori di urbanizzazione furono finiti alcuni anni dopo a causa dello scoppio della guerra.

Il tufello quindi si caratterizzò, fin dal suo sorgere, come un territorio fortemente urbanizzato (negli anni successivi, l’allora istituto per le case popolari prosegui l’opera di costruzione di alloggi popolari) che negli anni del fascismo e della guerra servì principalmente ad accogliere abitanti che in realtà non scelsero di viverci, ma ci vennero perché costretti dalla distruzione o dal cambiamento del loro ambiente originario.Negli anni ’50 e ’60 il quartiere ha spesso fatto da sfondo ad importanti film neorealisti, uno per tutti “Ladri di biciclette”, che sottolineavano la distanza di questo luogo dalla città consolidata.

Oggi il Tufello è uno dei molti quartieri romani facenti parte di una periferia “storica” che ha visto solo in parte un processo di riqualificazione urbana e con un tessuto sociale che ha subito i cambiamenti che hanno caratterizzato le grandi città (immigrazione, crisi economica, crisi culturale ecc.)