giovedì 25 Aprile 2024
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Nonno trenta e lode

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Nonno trenta e lode

di Stefano Milani

Un trolley, uno zainetto in spalla e un biglietto destinazione Verona. E così Miguel Castillo Nacher, classe 1937, è partito dalla sua Valencia per approdare nella città di Giulietta e Romeo. «Papà ma che ti sei messo in testa?», gli hanno chiesto le figlie. Ma lui ha preferito dare retta ai sei nipoti: «Nonno sei un mito».

Un viaggio di piacere, ma non per il classico giro turistico. Prima di sedersi sugli spalti dell’Arena, infatti, ha preferito ambientarsi nella sua nuova università. Avete capito bene, il signor Miguel è uno studente, ed è in Italia da poco meno di un mese grazie al programma Erasmus, lo stesso che ha formato migliaia di giovani europei. In questa avventura non è solo. «Mi ha accompagnato mia moglie, ha paura che frequenti locali troppo giovanili. Sa, la sera dopo lo studio…», scherza ma non troppo. «È una donna un po’ gelosa, ma io sono  ben contento che sia qui con me». Trascorreranno insieme l’intero semestre. Mentre lui sarà a lezione, lei coltiverà il suo hobby: la pittura.

In Spagna il signor Miguel è stato ribattezzato “nonno Erasmus”, è diventato da esempio per gli altri suoi coetanei, un modello da imitare. «Non chiudetevi in casa, apritevi al mondo, perché possiamo dare molto alla società, e ricevere ancora molto», ripete spesso.

La sua storia sembra uscita da un romanzo di Cervantes. Famiglia contadina originaria della provincia di Llíria, riesce a studiare a Valencia grazie a una borsa di studio. Da bambino anche una parentesi da calciatore nelle giovanili della squadra locale e una fugace esperienza nella cantera del Barcellona.

Un ribelle di natura. Ed è proprio la città catalana a essere la meta del suo primo viaggio di studio. Siamo in piena dittatura franchista e lui, ribelle di natura, pensò bene di organizzare una rivolta contro “l’autoritario” preside della facoltà di giurisprudenza. «Ero giovane, avevo la testa calda e un’ossessione per la democrazia», ricorda. Passano gli anni e diventa finalmente notaio. Svolge la professione e va in pensione alla fine del secolo scorso. Poi la vita lo mette a dura prova con un infarto e quattro bypass.
Arrendersi? Mai. E così, qualche tempo dopo, la decisione di iscriversi nuovamente all’università e dedicarsi finalmente alla sua grande passione: la storia.

Lo sguardo verso il futuro. «In facoltà mi sento come a casa: l’età non è un problema, anche se a causa degli impegni familiari non riesco a dare tutti gli esami nei tempi regolari». E quando uno dei suoi professori gli parla della possibilità di passare un periodo di studio in un’altra città europea, non se lo fa ripetere due volte. Chi lo conosce lo descrive come una persona curiosa e con lo sguardo sempre rivolto al futuro. «Il signor Castillo è un esempio – conferma Marta Ugolini, delegata del rettore alla comunicazione dell’università scaligera – ci fa capire che l’Erasmus è un progetto che fa bene a tutti, giovani e adulti». E lui lo sa bene: «Grazie a questa avventura mi sento una ventina d’anni in meno. Mens sana in corpore sano, dicevano i latini».