sabato 20 Aprile 2024
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Modena, sottobraccio per la città in nome dell’integrazione

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Modena, sottobraccio per la città in nome dell’integrazione

Italo Calvino diceva che il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi. È quello che è accaduto ieri a Modena, con l’iniziativa  “Sottobraccio a spasso per la città” a cui hanno preso parte cittadini stranieri, studenti e pensionati. Una passeggiata per conoscere e per conoscersi. Per superare gli stereotipi e per far sì che l’integrazione non sia solo un principio teorico ma si fondi, al contrario, su pratiche concrete e condivise.

Tutto nasce da un mix davvero inedito. Un giovane seminarista qualche mese fa arriva in Cgil e propone un’iniziativa con i profughi che sono ospitati dalla parrocchia di Sant’Antonio di Padova. Vuole fargli conoscere la città e creare un momento di incontro con i cittadini. Il sindacato accoglie con gioia l’iniziativa. I primi a mobilitarsi sono i pensionati, che danno immediatamente concretezza all’idea, con la collaborazione del Gruppo Caritas della parrocchia, coinvolgendo anche gli studenti del liceo classico Muratori. Vengono poi coinvolti anche Cisl e Uil e poi arriva anche il patrocinio del Comune.

A raccontarci la bella esperienza di ieri è Antonella Ballestri, coordinatrice delle leghe Spi Cgil del distretto di Modena. “Questo itinerario lo abbiamo costruito con gli studenti e i professori. Abbiamo voluto ideare un percorso che consentisse a generazioni e popoli diversi di conoscere la città da un punto di vista nuovo, inedito. Ci siamo riusciti. E non è un caso se abbiamo deciso di chiamare l’iniziativa “Sottobraccio per la città”. Mettersi sottobraccio significa fidarsi”. All’evento hanno preso parte 20 profughi, 20 studenti e 25 pensionati. Un gruppo folto che è stato accolto con entusiasmo dagli abitanti del centro storico.

Molte le tappe scelte per parlare della città e farla parlare. Tra i vari luoghi attraversati c’è anche il ghetto. “Un luogo particolarmente significativo – prosegue Ballestri – perché per noi la storia è importante e abbiamo voluto spiegare agli studenti e ai profughi cosa è concretamente il razzismo e la xenofobia”.

L’iniziativa non finisce qui. Lo Spi Cgil vuole chiedere ai cittadini stranieri coinvolti di raccontare la propria città di provenienza. Perchè non c’è cosa più importante dello scambio. Studenti e pensionati potranno allora sentire il racconto di luoghi lontani e confrontare quelle esperienze così diverse con quella che vivono quotidianamente nella propria città.  Perché condivisione, rispetto, dialogo e conoscenza, devono essere alla base della convivenza civile, devono essere parte della nostra identità, indipendentemente dall’età di ognuno e dalla nazionalità.