Veneto, emergenza maltempo. Parte la raccolta fondi dei sindacati dei pensionati

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maltempo belluno

A Belluno il 29 ottobre è stata una catastrofe. Si stimano danni per un miliardo e settecentomila euro. L’uragano di quasi due mesi fa ha messo in ginocchio il Veneto. L’area più colpita è stata quella del bellunese. Solo nella zona di Belluno sono caduti milioni di alberi. Servono aiuti, servono risorse, serve solidarietà. Per questo i sindacati si sono mobilitati con una raccolta fondi. Perché si è ancora nella fase della prima emergenza e tantissimi cittadini non hanno ancora la corrente elettrica a casa e fanno uso di generatori. E si parla di aree in cui si è già arrivati anche a quindici gradi sotto lo zero.

La proposta è partita dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil che, insieme a Confindustria Veneto, hanno deciso di scendere in campo a fianco delle popolazioni colpite dal Maltempo. “A fronte della tragedia che ha colpito così pesantemente il nostro territorio causando vittime, gravi dissesti, pregiudicato il sistema infrastrutturale, colpito abitazioni ed imprese – si legge sul volantino che è stato diffuso in rete – i sindacati dei pensionati insieme a Confindustria, invitano tutti i pensionati e le pensionate del Veneto a contribuire alla ricostruzione di quelle terre con un versamento volontario”.

I lavoratori daranno il proprio contributo direttamente con l’adesione volontaria di un’ora di lavoro. I pensionati, invece, potranno raccogliere i fondi fino alla fine di febbraio.

A raccontarci di cosa si tratta è Renato Bressan, segretario dello Spi Cgil Veneto. “Questo fondo è stato attivato da pochi giorni. I soldi raccolti verranno trasferiti sul fondo della Protezione Civile. Ma non bisogna dimenticare che c’è anche un altro fondo aperto, il fondo welfare di Belluno, su cui tante aziende del bellunese stanno versando direttamente delle somme significative per aiutare chi è più in difficoltà”. E sarà proprio il fondo welfare di Belluno, che esiste già da tempo, e che per l’occasione viene utilizzato per raccogliere gli aiuti in soccorso delle popolazioni colpite dal maltempo, a definire con la Protezione Civile le priorità di intervento. “Insieme si daranno alla Protezione Civile indicazioni utili per individuare le aree di intervento e le priorità di utilizzo”.

Gli anziani sono tra i primi a soffrire situazioni di grande difficoltà. Ad abitare le aree interne infatti sono soprattutto i pensionati, che ora si trovano a dover affrontare anche un gran freddo.

Per fortuna le popolazioni sono state avvisate per tempo. E tutti sono rimasti in casa e le scuole sono state preventivamente chiuse. “Episodi come questi si verificano ogni due o tre secoli”, commenta Bressan.

Più del 90 per cento di danni è stato registrato proprio a Belluno. Ci sono montagne intere senza più alberi. E ci sono piccoli comuni, le cosiddette ‘terre alte’, dove l’uragano ha raggiunto i 200 km orari. Qui i pini sono caduti uno addosso l’altro, facendo un effetto vela. “E poi ci sono 100 km di strade che devono essere sistemati. Gli argini che si sono riempiti – prosegue il segretario dello Spi – E’ stata una devastazione terribile. Sono saltate fognature, linee elettriche”.

Ora però non si parla solo di difficoltà quotidiane, ma anche di un pezzo di economia che subirà gravi perdite. In questa zona infatti c’è un importante filiera del legno, quindi questo settore economico subirà gravissime perdite. “Ma soprattutto non si sa come andare a recuperare gli alberi crollati – spiega Bressan – anche perché la gran parte si trova in zona montane irragiungibili”. E se non viene recuperato, il legno si danneggia e viene attaccato da un batterio che poi si propaga anche alle piante sane ancora in piedi. “Ci vorrebbe un numero sconfinato di camion. E i costi di recupero sono proibitivi. Per questo deve intervenire lo Stato”, chiude il segretario.

Si può versare un contributo sul c/c bancario  c/o Banco San Marco – codice Iban IT74V0503402000000000013119 – causale: Emergenza Maltempo Veneto 2018