martedì 16 Aprile 2024
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Cambiamenti climatici. Po, il fiume che soffre

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Cambiamenti climatici. Po, il fiume che soffre

Il Po attraversa sette regioni e fornisce acqua a un settore economico fondamentale per l’Italia. Ma eventi meteorologici estremi lo stanno esponendo a una dura prova di sopravvivenza. Ecco cosa sta cambiando.

di Marcello Rossi

A Fiorenzuola d’Arda, un piccolo comune a sud est di Piacenza, Franco Varani si china per vedere come stanno le piante di pomodoro che occupano la maggior parte degli ottanta ettari dell’azienda agricola di famiglia. Dopo aver staccato un frutto, me lo mostra indicandomi la parte inferiore, annerita e secca. «Succede quando la pianta non riceve acqua a sufficienza», spiega.

È una mattina afosa di metà luglio dell’anno scorso, ci sono già più di trenta gradi e l’aria è appiccicosa. Una strada taglia in due i campi di Varani. Le piante di pomodori formano lunghe file simmetriche e non sembrano passarsela bene: nonostante manchino ancora due settimane alla raccolta, molte stanno già appassendo e gran parte del raccolto andrà perduto. Le terre di Varani confinano con quelle di altri coltivatori. E anche nelle loro, sotto il sole cocente, molte piante stanno morendo. La causa è una delle peggiori siccità degli ultimi decenni, che l’estate scorsa ha investito l’Italia e che secondo Coldiretti ha fatto perdere più di due miliardi al settore agricolo nazionale.

Anche se ha riguardato l’intero paese, costringendo sindaci e governatori a  dichiarare lo stato d’emergenza,alcune zone ne hanno risentito di più. La pianura padana, dove si concentra il 35 per cento della produzione agricola nazionale e dove si produce circa il 40 per cento del Pil italiano, è una di queste: la sua principale riserva d’acqua, il bacino idrico del Po, si è ridotta drasticamente proprio nei mesi in cui c’era più bisogno di irrigare i campi. «L’acqua da queste parti non è mai stata un problema, ora invece dobbiamo scegliere quali coltivazioni innaffiare e quali lasciare al loro destino» dice Varani.

Da Torino al Polesine. Il Po è il più lungo dei fiumi italiani, a volerlo seguire per intero si percorrerebbero 652 chilometri. Alimentato da 141 affluenti, il suo bacino idrico attraversa sette regioni, tocca più di 3.200 comuni e copre un’area di circa 71 mila chilometri quadrati. Le sue acque sono un elemento centrale della pianura padana e hanno dato vita a storie e leggende in cui non a caso viene chiamato “Grande fiume”. Osservarlo da vicino, vedere l’acqua fluire normalmente in alcuni punti e abbassarsi in altri, quasi a diventare un ricordo di giorni più fortunati, aiuta a capire gli effetti della siccità su un pezzo consistente  del nostro paese. Per ragioni geografiche e climatiche, i periodi di secca sono ricorrenti nell’area.

Negli ultimi vent’anni, episodi di siccità ci sono stati nel 2003, nel 2007 e nel 2012. Ma l’estate del 2017 sarà ricordata come una delle più calde e meno piovose della storia recente in Italia. Lo conferma il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), secondo cui durante i mesi estivi sono state registrate temperature al di sopra della media rispetto al trentennio di riferimento 1970-2000.


Questo è un estratto del reportage che abbiamo pubblicato sulla nostra rivista. Se vuoi leggerlo per intero puoi abbonarti a 1 euro al mese
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