"Concrete": le proposte delle donne all'Assemblea nazionale Spi Cgil

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Soluzioni da trovare per una forbice che non si vuole chiudere. Quella che segna ancora il gap tra donne e uomini in molti, troppi settori della società: dalla vita privata alle relazioni, dal lavoro alla pensione. Su questo lavorano quotidianamente in tutte le aree del paese, attiviste e volontarie dello Spi Cgil. Un lavoro narrato dalle delegate presenti all’Assemblea nazionale donne Spi che si tiene a Verona, con oltre quaranta dettagliati report fatti di denunce, notizie, proposte.

Temi affrontati: il lavoro di cura, contrattazione sociale, benessere e stili di vita, violenza contro le donne e contro gli anziani, medicina di genere e politiche sociosanitarie, memoria e rapporti intergenerazionali, proselitismo e servizi, sportello/punto di ascolto sociale, comunicazione e lotta agli stereotipi, democrazia paritaria, previdenza.

I report sono stati presentati da: Maura Fratti, Spi Livorno, Anna Marletta, Catania, Daniela Pelagani, Modena, Carmen Maio, Como, Loredana Piselli, Spi Piemonte, e poi Lina Ventura, Spi Altamura, Anna Celadin, Spi Milano, Aitanga Giraldi, coordinamento donne Spi Lazio, Lina Canale dello Spi Rovigo, Beatrice Galasso, coordinamento donne Basilicata Anna Maria Palmieri, Spi Campania, Alessandra Salvato, coordinamento donne Toscana, Rosanna Bettella, coordinamento donne Veneto, Carolina Perfetti, coordinamento donne Lombardia, Roberta Maionesi, Spi Ragusa, Tonina Fancello, coordinamento donne Oristano, Antonietta Santoro, Spi Calabria, Giovanna Salmoirago, Spi Biella, Gabriella Dionigi, coord donne Emilia Romagna, Giuseppina Rotella, coord donne Sicilia, Gordiana Donini, Spi Pesaro, Antonella Bezzi, Coordinamento donne Ravenna, Liviana Branchi, Spi Mirandola, Carla Pecchioni, Lega Spi San Teodoro (Ge),  Loredana Aurelio, Spi Venezia, Daniela Vivarelli, Spi Friuli Venezia Giulia, Elisa Vaccari, Spi Verona, Giovannina Spissu, Spi Sardegna, Ivana Rosati, Spi Macerata, Marianella Cazzaniga, Spi Brianza, Fernanda Cosi, coord donne Spi Puglia, Annamaria Randazzo, coord donne Sicilia,  Patrizia Vistori, Spi Liguria, Oriana Casciani, coord donne Umbria, Ivana Sandoni, Spi Bologna, Angela Zanardi, Spi Pavia, Roberta Malavasi, Spi Ragusa, Rosanna Basciani, Spi Francavilla, Tina Leo, coord donne Salerno, Rosanna Pellacani, Spi Modena, Carmela Melasso, coord donne Calabria, Paola Ferrero, Spi Settimo Torinese, Gabriella Venezia, coord donne Roma Est e Valle dell’Aniene-Rieti, Pasqualina Marcello, Spi Venafro, Paola Assali, coord donne Spi Novara, Gioconda De Cicco, coord Spi Benevento, Daniela Cappelli, Spi Toscana

Il lavoro di cura. Un filo rosso che ha come punto di partenza il lavoro di cura. Verso i bambini, i genitori anziani, i figli e i nipoti. Una fabbrica di sostegno alle difficoltà  che pesano quasi esclusivamente sulle donne, quando sono giovani madri, lavoratrici, e quando sono nonne. Un ruolo che  alcune Regioni cominciano a riconoscere, molto meno gli uomini. In altri Paesi, la cura non è una questione privata ma oggetto di intervento pubblico. Viene riconosciuto il valore sociale del lavoro di cura in tanti aspetti,: dalla difficoltà a ritornare al lavoro se per ragioni di cura lo si è abbandonato, all’eccessivo carico di lavoro fisico e psicologico, alla prevenzione dei rischi di isolamento e solitudine nell’assistere un familiare malato. C’è che denuncia come la mancanza di servizi pubblici che costringe tanti a rivolgersi alla sanità privata per assistere un familiare non autosufficiente; , chi ha tracciato il quadro per una riorganizzazione dei servizi socio sanitari;  che ha presentato i risultati di una ricerca su bisogni e richieste di chi si ritrova improvvisamente a vestire il ruolo del caregiver.

Violenza sulle donne. Altro ambito prioritario di intervento delle donne Spi. una patologia sociale che riguarda le donne, bambine, giovani e anziane che vivono in strutture di residenza. Un fenomeno che le donne Spi denunciano attraverso incontri, spettacoli teatrali, la richiesta agli uomini di partecipare alle manifestazioni, come quella che si terrà il 25 novembre a Roma, perché la violenza li riguarda.

Contrattazione sociale. Riassegnare centralità alla negoziazione sociale a carattere confederale e praticarla concretamente sul territorio, in un costante dialogo con le istituzioni. Ma è necessario che la contrattazione sia riferita anche alle politiche di genere. Ciò che le donne riescono a fare concretamente sul territorio, può fare la differenza per la qualità della vita di tante donne: dagli asili nido alle case di riposo, ai servizi rivolti alle donne.

Memoria e rapporti intergenerazionali. Altro aspetto fondamentale delle politiche dello Spi e i coordinamenti donne da tempo, anche qui attraverso tanti tipi di linguaggio, lavorano su questo terreno. Raccolta di testimoniane, spettacoli teatrali, video, incontri con i ragazzi anche sui temi della legalità. Di questo hanno portato le loro testimonianze

Benessere. Il territorio è anche il luogo nel quale si programmano i servizi per la cura e l’assistenza delle persone, in particolare anziani e non autosufficienti. All’assemblea di è parlato di questo, di invecchiamento attivo, di nuove tecnologie che aiutino gli anziani a vivere meglio: ma anche di tutela del territorio, ambiente, luoghi di vita.

Medicina di genere. Le condizioni delle donne anziane e delle donne in generale richiedono risposte diverse su prevenzione, cura e riabilitazione. L’Oms da tempo indica la necessità di sviluppare un medicina di genere che preveda approcci terapeutici diversificati. per tutte le delegate, è di fondamentale importanza sostenere l’approvazione della legge sulla medicina di genere depositata in parlamento e rivendicare il suo finanziamento e le estensione a tutte le età.

Democrazia paritaria. Sul tema si sono raggiunti risultati positivi nella presenza delle donne negli organismi elettivi dello Spi. ma si tratta di risultati non omogenei. Molte donne hanno difficoltà a partecipare alla vita sindacale perché costrette a vivere più vite in una sola. Ruoli, compiti, lavori, tempi che gli uomini non hanno mai considerato sino in fondo. Per questo, per le donne dello Spi e per tutto lo Spi resta obbiettivo della massima importanza.