martedì 23 Aprile 2024
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Lo sportello anti-bullismo dei pensionati Cgil

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Lo sportello anti-bullismo dei pensionati Cgil
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Cosa devo fare se mio figlio è vittima di bullismo? Come ci si deve comportare con gli altri genitori? Dove e come denunciare? Sono alcune delle domande che si pongono molti genitori con un figlio che subisce soprusi, a scuola, tra gli amici o sul web. Le risposte arrivano dai pensionati Cgil dello sportello anti-bullismo di Treviso che offrono assistenza anche ai ragazzi, spesso disorientati, a volte senza conoscere quali sono gli strumenti a loro disposizione per potersi difendere, altre volte senza un supporto morale e psicologico adeguato.

Ma cosa c’entra lo Spi con il bullismo? Un gruppo di insegnanti e presidi ormai in pensione hanno seguito corsi di formazione specifica su quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale e hanno deciso di mettere a disposizione volontariamente le proprie competenze. Cosa sono il bullismo e il cyberbullismo? Come si combattono? L’obiettivo è quello di offrire ascolto e assistenza a tutti coloro che cercano risposte e vogliono essere aiutati. Nasce così “Help point”, punto di ascolto per studenti, genitori e insegnanti. Uno spazio dinamico e informale di condivisione e supporto.

Lo Spi non mette a disposizione solo un gruppo di persone competenti ma anche la sede, un luogo idoneo per accogliere tutti: “uno spazio aperto e accogliente, dove tutti possono sentirsi a proprio agio e ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno”, spiega Paolino Barbiero, segretario generale dello Spi di Treviso.

L’iniziativa – promossa insieme all’Associazione Proteo Fare Sapere di Treviso – è stata accolta molto positivamente dall’amministrazione comunale che sul tema ha già organizzato alcuni convegni formativi in collaborazione con associazioni del volontariato e con l’Università, e incontri rivolti agli insegnanti. Barbiero ci dice che si collabora proficuamente con l’Assessorato sociale del Comune: “lavoriamo spesso insieme grazie agli accordi che annualmente stringiamo nell’ambito della contrattazione sociale”.

Lo sportello, tra l’altro, non è solo di aiuto ai ragazzi e ai genitori che si trovano a dover affrontare il problema del bullismo. Ma è anche di aiuto per gli ex docenti e presidi in pensione coinvolti. Si, perché possono continuare a svolgere un ruolo sociale fondamentale come educatori e formatori. Possono continuare ad occuparsi di giovani, anche se in un’altra veste, fornendo un contributo davvero importante per tutta la collettività.

“Questo progetto tra l’altro ci dà la possibilità di formare anche altri pensionati e altri anziani che si rivolgono allo Spi. Il gruppo di docenti che lavora allo sportello anti-bullismo, infatti, può dare preziose indicazioni anche ai nonni che vengono da noi per altre esigenze. In questo modo possiamo rafforzare la lotta al bullismo e fornire anche ad altri anziani gli strumenti adeguati per aiutare i propri nipoti”, spiega Barbiero.

Il Comune può avvalersi dei volontari dello Spi anche per altre iniziative, per esempio quelle formative all’interno delle scuole. I pensionati educatori possono incontrare i ragazzi degli istituti scolastici della città e fornire loro preziose informazioni e indicazioni per difendersi dal bullismo e per cercare di prevenirlo. Anche perché bisogna aiutare non solo le vittime, ma anche chi il bullismo lo esercita. “È necessario comprendere le ragioni di questi ragazzi e avvicinarli per riuscire a capire i motivi che sono alla base del loro disagio e delle loro azioni, riuscendo poi a convogliare le loro energie in altre direzioni, positive, ludiche e ricreative”, spiega l’assessore alla ‘Città educativa’ del Comune di Treviso, Anna Caterina Cabino.

Lo sportello per ora è aperto due volte a settimana ma nei prossimi mesi il servizio verrà intensificato. “È un progetto in crescita – dice Barbiero – per cui ci auguriamo che tra qualche mese il numero di persone che si rivolge a noi aumenti ancora e speriamo di potenziare ulteriormente questo utilissimo servizio. Non servono molte risorse. Serve la volontà. Stiamo creando una rete molto ampia e molto forte. E se il Comune ci sostiene possiamo davvero svolgere un’azione importante”.

La lotta al bullismo passa anche dall’incontro intergenerazionale.