domenica 28 Aprile 2024
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Ai bimbi una fiaba, ai nonni un disegno #1

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Ai bimbi una fiaba, ai nonni un disegno #1

Ci sono nonni che in questi giorni di quarantena non possono vedere i propri nipoti. Possono sentirli al telefono, incontrarli in video chat, scrivere loro un messaggio. Ma non è la stessa cosa. Un abbraccio, un pomeriggio da passare insieme, sono desideri che in questa situazione fanno sentire ancora di più la distanza, il distacco da un affetto così vero.

Ma c’è un segreto che aiuta a superare tutto questo. Sono le favole, quelle che aspettano solo di essere scritte e raccontate. Quelle favole che, come Gianni Rodari ci ha insegnato, descrivono sentimenti ancora veri e nella loro semplicità ci fanno riconoscere.

Provate a scriverne una e se già ce l’avete, tiratela fuori. Bambine, bambini e tanti nostri nipoti sogneranno viaggi e avventure, impareranno dalle storie e vivranno tante vite. Con la fantasia, i muri di casa spariranno. Inviate le vostre favole e i disegni dei bimbi a: redazione@libereta.it


Ai bimbi una fiaba, ai nonni un disegno #1
Via del gioco numero quattro

C’era una volta una bambina che aveva sempre il naso rosso e guardava sempre all’insù. Ogni notte sognava di essere una principessa e di abitare in un castello sospeso in cielo tra una nuvola bianca e blu e di possedere tutti, ma proprio tutti, i giocattoli e i sogni del mondo.
Un bel giorno, una voce magica e profonda, proveniente dal castello sospeso in cielo, annunciò a tutti gli abitanti del reame, tra squilli di tromba e rulli di tamburi di latta, di fare grande attenzione per le strade del paese, perché i giocattoli che abitavano in via del gioco numero 4, avevano deciso di andare a spasso: chi al mare, chi al parco comunale, chi ai giardini pubblici e qualcuno perfino al cinema a vedere i dischi volanti verdi e gialli nel cielo blu.
Fu così che la bambina dal naso rosso che guardava sempre all’insù, dopo aver ascoltato la voce magica, corse subito in via del gioco numero 4, e come d’incanto, appena i giocattoli la videro arrivare, iniziarono a parlare, cantare, ballare, saltare e giocare tra di loro.

C’erano giocattoli che ballavano al suono di una fisarmonica egiziana: le trottole con le loro sottane colorate giravano, giravano, giravano fino a perdere la testa e si ritrovarono, senza saperlo, sopra una nuvola in compagnia delle stelle filanti che erano appena scappate via dall’albero di Natale che ogni anno viene piantato nel giardino della scuola elementare. I birilli di legno, invece, alti e sottili come i tulipani, per la prima volta in vita loro, si misero a giocare come matti, cadevano e si alzavano, fino a quando non si addormentarono per lo sfinimento e la stanchezza. E il trenino elettrico, colorato di rosso, si prese davvero sul serio e pensò di essere un treno vero tant’è che chiese al vigile urbano dove fosse la stazione centrale. Aspettava il segnale del capostazione con un baffo nero all’insù e un baffo bianco all’ingiù per partire per un viaggio intorno al mondo in compagnia di un gatto verde, di tre orsi nani e di un cane giallo.
Tutti i giocattoli della via del gioco numero 4 erano contenti. Dopo tanto tempo passato in vetrina, a star fermi e muti, finalmente stavano giocando e ballando in compagnia della loro amica dal naso rosso che guardava sempre all’insù.

Dovete sapere che le trottole stanno ancora girando in alto nel cielo, insieme ai cugini dischi volanti, mentre il trenino rosso è stato visto dalle parti di Milano, e a ogni fermata, regala un giro gratis a tutti i bambini della città che si presentano in stazione con un fiore color lillà. Comunque la storia non finisce qui. Se passate domani in via del gioco al numero 4, e per un attimo dimenticate tutti i pensieri e provate a sognare forte forte, vi sembrerà di volare per davvero su un disco volante verso il castello magico, oltre le nuvole dove vi aspetta la figlia del re.

Roberto Battaglia

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