Welfare, quando il dialogo tra enti locali e sindacato dà i suoi frutti

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2027
dialogo enti locali e sindacato sul welfare a belluno

Più welfare, aiuti concreti ai cittadini, abbassamento delle tasse comunali, sostegno economico alle famiglie con disabili, risorse ai centri antiviolenza. Sono solo alcuni dei risultati raggiunti a Belluno dai sindacati, in dialogo con gli enti locali. I pensionati della Cgil ci hanno raccontato costa stanno facendo in questi giorni con tantissimi comuni della provincia.

La notizia è che per la prima volta in Italia un folto gruppo di amministrazioni comunali chiederanno a tutti i cittadini di sostenere il Centro antiviolenza donne della provincia, l’unico, a rischio chiusura. La cifra è simbolica, 10 centesimi ad abitante. Ma, a conti fatti, arriviamo a un bel gruzzolo, che tra l’altro viene ingrossato da molti Comuni, sempre di più, che hanno deciso di destinare risorse aggiuntive. Un impegno dunque trasversale, che riguarda tutta la cittadinanza, e strutturale. Non un intervento spot, ma un impegno concreto e costante a sostegno delle politiche di genere e, in questo caso, a supporto delle tante donne che in tutti questi anni si sono rivolte al centro antiviolenza di Ponte nelle Alpi. Dal 2004 al 2016 sono state 617 quelle che hanno chiesto assistenza al centro, per molestie, violenze o maltrattamenti di vario genere. Un numero cospicuo se si pensa che gli abitanti di tutta la provincia di Belluno sono poco più di duecentomila.

“La Regione Veneto in questi ultimi anni ha tagliato le risorse e dunque il centro da solo non è in grado di sostenersi – ci spiega Maria Rita Gentilin dello Spi Cgil di Belluno. Finora i comuni che hanno aderito sono 21 e hanno già firmato il verbale di intesa ma sono sicuramente destinati ad aumentare. È un bel risultato e noi siamo molto soddisfatti. Il dialogo con gli enti locali che da anni facciamo insieme a Cgil, Cisl e Uil e ai sindacati dei pensionati Fnp e Uilp continua a dare dei risultati ottimi”, dice Gentilin.

A spiegarci in cosa consiste il dialogo con gli enti locali è il segretario generale dei pensionati Cgil di Belluno, Renato Bressan. È lui che ci racconta come funziona quella che in gergo tecnico si chiama “contrattazione territoriale”. In sostanza i sindacati si confrontano ogni anno con i Comuni per chiedere agevolazioni, aiuti, sostegni, interventi finanziari a favore di singoli, famiglie, persone non autosufficienti, potenziamento dei servizi di welfare e molto altro ancora.

“Per esempio con l’ultimo comune con cui abbiamo stretto l’accordo – dice Bressan – abbiamo stabilito tariffe agevolate per il servizio scolastico: per il secondo figlio c’è una riduzione del 50%, per il terzo figlio e per i disabili è totalmente gratuito. Noi siamo il sindacato dei pensionati della Cgil ma il nostro lavoro di negoziazione sociale serve a tutti i cittadini. Vogliamo migliorare le condizioni degli anziani e non solo. Di fatto, con la nostra azione, portiamo benefici a tutti”, conclude.

Il sindacato cerca di spingere le amministrazioni locali a fornire servizi sociali, individuali e collettivi. Lo fa monitorando le voci di spesa e eventuali risorse in più che anno dopo anno si possono generare da una buona conduzione della macchina amministrativa. “Ci sediamo attorno a un tavolo e verifichiamo i conti, cioè studiamo il bilancio insieme agli enti locali e capiamo se ci sono risorse in più rispetto all’anno precedente. Poi spingiamo i comuni a investire quelle risorse nei settori in cui secondo noi c’è più bisogno”, spiega il segretario generale dello Spi di Belluno.

La soglia di povertà per esempio viene definita comune per comune e in base a quella si chiede alle amministrazioni locali di stabilire l’esenzione sulle addizionali comunali Irpef. “Ci sono comuni che arrivano anche fino a 15mila euro di esenzione”, continua Bressan. E poi ci sono tutti gli interventi che si fanno sul fronte tasse: addizionali, tari, imu, tasi, tassa di soggiorno per i comuni che la applicano.

La cosa più importante di questo dialogo è la funzione di “vigilanza”, per così dire, e di indirizzo che di fatto i sindacati, rappresentando i bisogni dei cittadini, riescono a esercitare sugli enti locali. “Abbiamo dei parametri precisi per valutare eventuali sprechi di risorse. I comuni devono rispettare questi parametri, entro una forbice di tolleranza che prevediamo in partenza. E quando i livelli di spesa sono rispettati e, anzi, si trovano delle risorse in più, il nostro compito è aiutare le amministrazioni a decidere come spendere quei soldi, a quali cittadini e famiglie destinarli”, conclude il segretario Spi.

Gli incontri fatti con gli enti locali sono finora 42. Mentre invece sono tra 40 e 45 gli accordi che vengono firmati ogni anno. Recentemente il sindacato ha stretto un patto anche per risolvere il problema dello spopolamento. A firmarlo è stata l’ente provinciale e si è costituito un fondo specifico per l’abitabilità del territorio.

Lo Spi Cgil aggiorna mensilmente la mappa degli accordi firmati per comunicare in modo costante e trasparente con i cittadini. Un lavoro costante per aiutare concretamente tante persone.