venerdì 26 Aprile 2024
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Giornata della memoria. Il ricordo che protegge le nuove generazioni

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Giornata della memoria. Il ricordo che protegge le nuove generazioni

Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Una data storica che il mondo ricorda ogni anno. Una data per commemorare tutte le vittime dell’Olocausto.

Tantissime le iniziative sul territorio. Istituzioni, associazioni, scuole. In tanti si mobilitano per celebrare una giornata che vuole essere innanzitutto un monito per il nostro futuro. Un punto fermo contro nuovi e vecchi razzismi, nuovi e vecchi fascismi. Contro ogni forma di xenofobia e discriminazione.

Anche il sindacato scende in campo con molte iniziative. La Cgil ha promosso la campagna #MaipiùFascismi insieme all’ANPI per chiedere alle istituzioni di tutelare i valori costituzionali, di condannare e arginare le associazioni e i raggruppamenti neofascisti. E lo ha fatto in risposta all’atto vandalico di pochi giorni fa a Milano, dove è stata oltraggiata la pietra d’inciampo dedicata ad Angelo Fiocchi, operaio dell’Alfa Romeo deportato per aver organizzato gli scioperi del 1944. Lo scorso 20 gennaio infatti la Camera del Lavoro di Milano si era fatta promotrice di questa bella iniziativa: ricordare Fiocchi perché tutti potessero conservare memoria di un valoroso operaio antifascista. Dopo pochi giorni la pietra è stata sfregiata.

Per questo il sindacato ha lanciato l’allarme. “Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia. Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali”. È quanto si legge nell’appello, che si può firmare on line. 

Anche il sindacato dei pensionati Cgil ha organizzato sul territorio tantissime iniziative, spesso insieme alle scuole. Perché la memoria sia una materia viva, fluida, in grado di attraversare più generazioni. L’obiettivo è quello di sensibilizzare anche i più giovani, e chi per la prima volta si trova a studiare la storia sui banchi di scuola, ai valori della democrazia, della libertà e dell’uguaglianza.

Lo Spi Cgil nazionale anima la Giornata con un contributo del Progetto Memoria che pubblichiamo in fondo a questo articolo. Ogni anno lo Spi promuove sul piano nazionale eventi e iniziative insieme alla Rete degli Studenti Medi e all’Udu. Quest’anno hanno realizzato un manifesto su cui campeggia una famosa frase di Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

 

Era il 27 Gennaio del 1945. E’ una data storica. Il Giorno della memoria sulla Shoah venne istituito ufficialmente dall’Onu nel 2005 per ricordare le vittime dell’Olocausto. Per ricordare l’orrore nazista, per ricordare la tragedia più grande che ha colpito la storia dell’umanità. Non bisogna dimenticare perché non accada di nuovo. Abbiamo l’obbligo morale di far vivere la memoria di questa giornata, in ricordo delle vittime innocenti, in memoria del dolore e della morte causati dai nazifascisti.

È impressionante la verità dei numeri forniti dal Tribunale di Norimberga: oltre 6 milioni di vittime, di cui 1 milione e mezzo con meno di 14 anni; oltre 40.000 i deportati italiani: politici, partigiani, militanti, antifascisti, operai delle fabbriche, sindacalisti, militari, sacerdoti, uomini e donne della società civile. Nei campi della morte di Auschwitz e Birkenau persero la vita oltre 1.200.000 persone , tra cui 220.000 adolescenti e bambini. Per questo è utile ricordare ancora oggi il pensiero di Primo Levi “se capire è impossibile, conoscere è necessario”.

È bene ricordare che ancora oggi esistono devastanti “scuole di pensiero”, anche nel nostro Paese, che tentano di manipolare l’unica verità storica di questa stagione.  Queste squallide provocazioni sono il segnale tangibile dell’estrema debolezza della nostra civiltà che corre il pericolo di negare la più orribile e scientifica macchinazione di morte.

La celebrazione della Giornata della Memoria non può essere vissuta come un semplice atto formale, con il rischio di una banalizzazione o di una stanca ritualizzazione, ma deve trovare in ciascuno di noi il valore di una autentica partecipazione individuale e collettiva, un sentimento di profonda umanità e solidarietà, in uno straordinario abbraccio con tutte le vittime innocenti. Non si tratta quindi di ricordare semplicemente una data, ma qualcosa in più che dà molto valore alla vita.

Dobbiamo avere coscienza della pericolosità dell’inquietante periodo che stiamo attraversando in tante parti del mondo e anche di Europa, dell’efferatezza degli eccidi avvenuti e che avvengono quotidianamente, delle azioni del terrorismo, delle tragedie epocali dell’immigrazione, delle morti nel Mediterraneo, del numero impressionante di bambini che perdono la vita ogni giorno, degli ammassi alle frontiere, dei nuovi reticolati, della costruzione dei muri, delle “marchiature delle persone” durante il viaggio della speranza, delle crescenti manifestazioni xenofobe, dell’intolleranza verso chi è diverso. Dobbiamo avere consapevolezza di tutto questo. I crimini contro l’ umanità sono ancora possibili e ancora in agguato. Dobbiamo essere vigili.

Bisogna aprire una riflessione profonda su come nel nostro Paese le destre e i fascismi vecchi e nuovi, con i loro squallidi comportamenti, stanno aggredendo le più elementari regole democratiche, rischiando di indebolire il nostro sistema democratico e alimentando il distacco crescente tra cittadini e istituzioni e la politica nella sua interezza. Siamo di fronte a un continuo “sdoganamento” delle tante e troppe azioni fasciste e, come militanti democratici, bisogna alzare il livello di guardia sociale, politico, culturale. Non possiamo e non dobbiamo sottovalutare le loro provocazioni che stanno diventando un terreno di attrazione sconcertante, non solo nelle grandi città, nelle periferie, nelle piccole comunità, ma anche nella scuola.

Non esiste un fascismo buono e uno cattivo. Non bisogna mai accettare processi di sospensione della democrazia; ecco perché il sentimento della memoria deve tradursi in un patrimonio collettivo.

La Giornata della memoria deve essere vissuta come l’occasione per mettere assieme il passato con il futuro, la vita che continua e il passato che non muore, facendo respirare il ricordo per proteggere le nuove generazioni contro il riproporsi di atti di barbarie contro l’umanità, coscienti che senza memoria non c’è futuro, e che ciascuno di noi deve fare la propria piccola parte per contrastare la “cultura dell’oblio”, facendo crescere un sentimento di passione civile e democratica.

Dobbiamo essere protagonisti di un anelito di speranza, di libertà, di pace, di solidarietà e far camminare la forza di questa idea giusta di generazione in generazione.

Progetto Memoria – Spi Cgil nazionale