mercoledì 24 Aprile 2024
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Belluno. Welfare territoriale contro lo spopolamento

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Belluno. Welfare territoriale contro lo spopolamento

Nuove politiche genitoriali e sostegno alle giovani coppie e agli anziani per contrastare concretamente il fenomeno dello spopolamento della provincia di Belluno. Sono passati solo tre mesi dall’allarme lanciato dallo Spi Cgil sul tema  e già istituzioni, sindacati confederali, sindacati dei pensionati, categorie economiche e imprese hanno mosso passi decisivi per provare a invertire il trend. Il percorso unitario delle organizzazioni sindacali dei pensionati e confederali, dopo la presentazione della piattaforma approvata a Settembre dagli organismi dirigenti, continua dopo una serie di incontri con le amministrazioni locali e l’ente provincia. Obiettivo la costituzione del Fondo per un welfare territoriale a rotazione che abbia una caratteristica pubblica, universale e selettiva, alla quale far partecipare categorie economiche e sistema delle imprese.

Gli interventi

Saranno il Fondo per i comuni confinanti, il Consorzio Bim, i Comuni e le Unioni montane a finanziare il fondo di rotazione che i sindacati dei pensionati di Cgil e Cisl, insieme con le rispettive confederazioni, intendono mettere in piedi per evitare lo spopolamento della provincia. A fare da cabina di regia sarà la Provincia.

Ogni anno, nella provincia di Belluno, che oggi conta 205.372 abitanti, il numero dei residenti diminuisce di mille unità circa. Ma non è solo questo che preoccupa, anche la forbice fra i giovani (bambini e ragazzi fino a 14 anni) e anziani (oltre i 65 anni) si sta pericolosamente allargando: per ogni giovane ci sono oltre due anziani.

«È un progetto su cui ragioniamo da tempo», dicono Renato Bressan (Spi Cgil) e Rudy Roffaré (Cisl). «I dati parlano chiaro: nessun comune, in questi ultimi 15 anni presenta andamenti positivi legati alla crescita demografica. Di fronte a questa situazione bisogna operare su due fronti: su quello del lavoro e sul sociale, mettendo in campo delle strategie straordinarie a supporto della famiglia, dell’infanzia, ma anche dei giovani e degli anziani».

«Sul fronte del lavoro», aggiungono Mauro De Carli della Cgil e Rudy Roffaré, «è aperto il tavolo in Provincia con tutte le categorie datoriali. Da loro attendiamo l’elenco delle figure professionali di cui necessitano da qui ai prossimi anni. Dal punto di vista sociale, invece, si lavora alacremente a questo fondo di rotazione che, basandosi sull’Isee, andrà incontro ai reali bisogni della comunità». «Una comunità», fa notare Bressan, «che si trova in questa situazione non solo per la sua posizione orografica, come dimostrato da Trento e Bolzano, dove la popolazione, pur essendo in montagna, aumenta».

Il nuovo welfare territoriale è pensato per intervenire nei passaggi più delicati della vita dei bellunesi, incoraggiando non solo una nuova genitorialità, ma anche un invecchiamento attivo. «Quest’ultimo fattore è molto importante, perché potrebbe rendere meno pesante la gestione degli anziani da parte delle nuove generazioni», sottolinea Rita Gentilin dello Spi Cgil.