Inclusione sociale. L’alleanza tra pensionati e disabili

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Bocciodromi, bande musicali, gare di pesca, corsi di pittura. Sono alcuni degli ingredienti di un ambizioso e riuscito progetto di inclusione sociale. Siamo a Cremona, tra i volontari del sindacato pensionati della Cgil: anziani che hanno voglia di fare, di rendersi utili, di assumersi delle responsabilità, di prendersi cura dei più deboli. E poi ci sono tanti ragazzi e adulti disabili o con problemi psichici. Trascorrono molte giornate insieme. Giocano a bocce, vanno a pesca insieme, organizzano eventi musicali per animare le case di riposo del posto. Giovani e anziani, insieme, per uno scambio reciproco di aiuto e solidarietà.

A Cremona l’esperienza parte dieci anni fa. Negli ultimi due si è rafforzata e ampliata grazie al coinvolgimento di un numero sempre maggiore di associazioni che si occupano di assistenza a persone con diversi tipi di disabilità. Nei giorni scorsi si è svolta la prima gara di bocce della stagione. Gli incontri tra disabili e pensionati si tengono una volta al mese.

L’idea di base è quella di allargare il più possibile la partecipazione e di utilizzare l’appartenenza alla stessa comunità come collante per far vivere momenti di socializzazione consentendo a tutti di interagire dando allo stesso tempo concrete risposte a precisi bisogni sociali. “L’obiettivo primario che ci siamo posti è quello di sviluppare le attività di coesione sociale in collaborazione con tutti i soggetti presenti sul territorio: associazioni di volontariato, associazioni di disabili, case di riposo, centri anziani”, spiega Mimmo Palmieri, segretario dello Spi di Cremona. “Lo Spi vuole dialogare con tutti. L’esperienza di questi anni ci dice che solo così si può davvero fare concretamente qualcosa per la nostra comunità”.

Il progetto nasce a livello regionale da un’idea dello Spi Cgil Lombardia che in vari comuni della regione ha avviato fruttuosi processi di integrazione sociale che stanno dando ottimi risultati. Il progetto di coesione sociale infatti coinvolge tantissimi pensionati di tutte le province. Un modo concreto per rilanciare la dimensione relazionale di tantissimi anziani, assicurandogli una maggiore autonomia, e garantire aiuto prezioso a tanti disabili che non sempre hanno modo di socializzare e svolgere attività fuori dai centri in cui risiedono.

“Abbiamo contratto un patto con le associazioni dei portatori di handicap di tutta la Regione”, ci spiega Stefano Landini segretario generale dello Spi Lombardia. Non è un caso che ai Giochi di LiberEtà, gare che si tengono durante l’anno su tutti i territori legate allo sport e al tempo libero, i disabili partecipano attivamente da anni.

“Organizziamo tornei territoriali e provinciali grazie al lavoro volontario di tantissimi pensionati che affiancano nell’allenamento i giovani disabili per tutto l’anno e li aiutano a migliorare nella disciplina che hanno scelto”, prosegue Landini. In tanti quest’anno per esempio si sono cimentati nella gara di aquiloni. Prima i ragazzi disabili hanno costruito gli aquiloni e poi hanno gareggiato sulla spiaggia di Cattolica in Emilia Romagna facendoli volare”. Insomma, uno scambio concreto e quotidiano di esperienze e solidarietà.

Ma la collaborazione tra Spi e le associazioni dei disabili si fa anche a un altro livello, quello del dialogo con le istituzioni. Lo Spi segue da vicino i loro bisogni e le sostiene attivamente presso i Comuni o la Regione quando ci sono rivendicazioni da fare o richieste da avanzare. “La forza dello Spi è sostenere da vicino e concretamente i più deboli”, dice Landini.